MUSEO VOLANDIA – LA STORIA DELL’AVIAZIONE PRENDE FORMA –
VOLANDIA MUSEO DEL VOLO
Introduzione
Il museo Volandia sorge alle spalle dell’aeroporto di Malpensa su un’area di oltre 60.000 mq un tempo occupata dalle storiche Officine Aeronautiche Caproni fondate nel 1910. Il Museo rappresenta quindi la nascita dell’industria aeronautica italiana non solo perché in questa stessa zona ha volato per la prima volta un aereo di progettazione e costruzione italiana, il Caproni 1 , il 27 maggio del 1910, ma perché da qui è partita la storia del primo stabilimento industriale per la costruzione di aeromobili italiana.
Il Museo Volandia offre al pubblico la possibilità di immergersi nell’epopea pionieristica del volo in una entusiasmante carrellata che conduce per mano il visitatore appassionato dagli albori fino ai velivoli più moderni.
Struttura
Il Museo è strutturato in 11 aree tematiche all’interno delle quali si ha modo di approfondire ogni aspetto del volo anche dal punto di vista storico.
Già osservando l’ingresso della struttura è possibile notare che sul soffitto sono state riportate in vista le travi di legno originali dell’epoca. Da qui si inizia a respirare la storia del volo.
Il primo padiglione denominato “Le forme del volo” consente al visitatore, come già spiega il nome, una panoramica generale circa il volo a vela, ala fissa, ala rotante attraverso un’esposizione di velivoli che a loro tempo hanno rappresentato l’eccellenza della produzione industriale italiana ed estera.
In esposizione un deltaplano, quattro alianti tra cui uno dei più antichi e famosi, il C.V.V. 6 Canguro che ha rappresentato per anni il simbolo del volo a vela italiano sia dal punto di vista sportivo che militare . A partire dal 1939 ha formato buona parte dei piloti dell’allora Regia Aeronautica. Troviamo poi il biplano acrobatico Pitts, l’elicottero Bell 47 in assoluto il primo elicottero di produzione in serie, il jet MIG 21 uno dei velivoli più importanti della storia dell’aviazione, il Siai SF 260, il velivolo leggero Jodel che ha dato origine ad una serie di velivoli monoplani importanti.
Nella stessa sala troviamo l’imponente plastico della Città Ideale del Professor Ogliari, nella quale viene rappresentata una città nella quale non vi sono mezzi di trasporto privati ma dove ci si muove sempre e solo con mezzi pubblici. A completare la panoramica, anche la collezione Piazzai che racconta la storia dell’aviazione attraverso 1200 modellini che costituiscono sicuramente una collezione al di fuori dell’ordinario. Nell’ammezzato sono stati aggiunti anche una serie di interessanti modellini ferroviari, navali , aeronautici, mezzi corazzati.
Procedendo da questa sala si entra davvero nella storia dedicata all’industria aeronautica Caproni. Troviamo dei simulacri che riproducono perfettamente i capannoni in legno nei quali l’Ingegnere Gianni Caproni nel 1910 iniziò la sua attività. In una suggestiva ambientazione ammiriamo il Caproni 1 e il Caproni Ca18 , velivolo da ricognizione e osservazione che di fatto segnò l’inizio della produzione industriale su larga scala dello stabilimento.
In esposizione anche il Caproni 113, aereo da addestramento avanzato monomotore biplano con elevate capacità acrobatiche sviluppato negli anni ’30, che trovò largo impiego nella formazione dei piloti della Regia Aeronautica.
Il velivolo ha una particolarità poco conosciuta: ancora oggi detiene il record mondiale di volo rovescio , conseguito durante un volo di trasferimento da Cleveland a Chicago nel 1930 per 3 ore e 7 minuti con ai comandi il col. Tito Falconi.
L’ultimo aereo costruito dalla Caproni è stato il Ca22J , progettato dall’Ingegner Ferrarin, che sulla base di un suo progetto iniziale denominato Calif, adeguò due piccole turbine da 80Kg di spinta per farne un piccolo jet da turismo e addestramento.
Uscendo dal capannone abbiamo la visione completa di quello che fu lo stabilimento industriale. Verso sinistra si può osservare la pensilina della ex Stazione Ferroviaria di Milano dove è ubicato il Padiglione Spazio e Planetario; a destra invece prosegue lo stabilimento Caproni con la storia riferita al primo dopoguerra della 2° Guerra Mondiale, la cui produzione verteva su motociclette e autoveicoli. In esposizione una motocicletta e un motocarro Capriolo.
Proseguendo nel percorso passiamo nella sezione dedicata alle mongolfiere e dirigibili. Di particolare interesse il dirigibile di Umberto Nobile che risultò un macchina molto valida nelle esplorazioni artiche, tanto che nel corso delle sue esplorazioni riuscì a raggiungere per ben 2 volte il Polo Nord.
Procedendo troviamo un’altra ambientazione che rappresenta la commemorazione del volo di Geo Chávez, aviatore peruviano che per primo riuscì nell’impresa di attraversare le Alpi nel 1910; il successivo passaggio è costituito da un diorama ambientato su un lago varesino nel quale è rappresentato un SM 82 e un Gabardini Idro originale, aereo pionieristico utilizzato per trasvolate e addestramento. Restò l’unico modello che la Gabardini produsse e con il quale la scuola Gabardini nel periodo della 2° Guerra Mondiale brevettò circa 3000 piloti.
In uscita dalla sala del diorama troviamo la sezione aeronautica dove fa bella mostra di se un bellissimo FIAT G46 appartenuto al pittore Umberto Crippa, perfettamente restaurato dai volontari del museo Volandia. Nella stessa sala è esposto un Douglas DC-3 Dakota ormai “targato” Volandia , giunto al museo in volo e ancora in perfette condizioni.
Nella sezione successiva troviamo la parte dedicata ai velivoli della Seconda Guerra Mondiale dove sono esposti i Macchi 202 e 205, il Texan T6 e lo Stinson L-5 Sentinel.
La parte dedicata all’ala fissa si conclude nella sala dove sono esposti vari jet tra cui G91, MB-326, MB-339C, AMX, Vampire FB.6 e M-346.
Si entra quindi nella sezione dedicata all’ala rotante nella quale troviamo tutta la produzione dell’Agusta, sia per la parte su licenza che di progettazione e realizzazione propria.
Anche in questo caso le ambientazioni rendono il percorso estremamente impattante e di grande effetto. Si parte con l’A 109 AII e l’NH.500MC della Guradia di Finanza per proseguire con tutti gli elicotteri costruiti su licenza come il Jet Ranger 206, SH-3D il Bell AB.204B e il magnifico Chinook Ch-47 del 1° Reggimento AvEs “Antares” , vero vanto del Padiglione. Non sono molti i musei in grado di mostrarlo .
Il percorso guidato prevede inoltre l’Area Simulatori di volo dove è presente anche una biblioteca, un archivio storico e una sala convegni; il Museo Flaminio Bertoni dedicato al celebre designer automobilistico lombardo all’interno del quale sono esposte automobili Citroën che hanno rivoluzionato il settore come la Citroën Traction Avant, Citroën 2CV e la celeberrima Citroën DS oltre a bozzetti e sculture; il Museo dei Trasporti Ogliari e il Padiglione “Il futuro del volo” dedicato alla storia di Agusta Westland e nel quale è esposto il Convertiplano AW-609, velivolo innovativo in grado di decollare come un elicottero e traslare successivamente in volo come un aereo.
Il giro si conclude con l’ultima macchina che è il Piaggio 166 e nella Zona Giochi dedicata ai bambini che rappresenta un vero e proprio parco divertimenti sia all’aperto che indoor, funzionale nel periodo invernale con la presenza di gonfiabili che permettono ai bambini di trascorrere una giornata all’insegna del divertimento con tutta la famiglia.
I volontari
Un capitolo a parte meritano i Volontari iscritti all’associazione Amici di Volandia che sono ad oggi circa 150 persone. Di questi, una ventina provengono dall’industria aeronautica e si deve soprattutto al loro grande lavoro il fatto che i mezzi esposti siano fruibili a tutti, sia per quanto concerne il loro mantenimento che per il loro accurato restauro.
Un velivolo su cui si possono apprezzare queste loro particolari doti è il FIAT G46 , un vero piccolo capolavoro di restauro e conservazione.
Lo steso dicasi per il FIAT G91 ed il MIG-21 già ricondizionato in collaborazione con l’altra officina presente all’interno del museo Volandia, ovvero l’Associazione Ali Storiche.
In questo momento sono in corso grandi lavori per il rimontaggio di un Fokker 27 ed il restauro di un MIG-15 , recentemente acquisiti al patrimonio museale.
Il DC-9
L’arrivo del DC-9 presidenziale è stata senz’altro una bellissima avventura per il Museo. Inizialmente si pensò che fosse davvero l’aereo che riportò in Italia il Presidente Sandro Pertini e la squadra di calcio dell’Italia trionfatrice al Mundial ’82. Anche Alitalia era convinta di questa.
Dopo una scrupolosa verifica si scoprì che il DC-9 del Mundial ’82 fu precocemente dismesso a causa dei danni riportati in seguito ad un urto con altro velivolo in un aeroporto russo. I danni furono tanti e tali che ne fu decretata la non conveniente riparazione , con conseguente radiazione dal servizio e definitivo smantellamento in loco. Tuttavia presso il 31° Stormo dell’Aeronautica Militare era presente un secondo DC-9 per trasporto presidenziale con identico allestimento. Detto velivolo giunse sul sedime museale a luglio 2016 e dopo un attento lavoro di assemblaggio e posizionamento è stato reso fruibile al pubblico dallo scorso 8 aprile.
Prossime novità
Le prossime novità attese al Museo saranno sicuramente il Fokker 27 precedentemente menzionato, ed il cui termine dei lavori è ormai prossimo, ed un MD-80 di Meridiana, donato al prezzo simbolico di 1 euro ed attualmente fermo nel piazzale di Malpensa, in attesa di essere definitivamente spostato nel sedime museale in quanto ha necessità di sopralluoghi più accurati per quanto riguarda la modalità di aggancio per essere sollevato in sicurezza e posizionato.
Si stima che per fine maggio 2017 dovrebbe entrare anche lui a far parte del patrimonio museale.
Uno dei prossimi arrivi invece sarà uno degli ultimi Breguet Atlantic ( si stima tra circa 3 anni ) che dovrebbe giungere in volo a Malpensa e, con la stessa procedura utilizzata per l’MD-80 di Meridiana, posizionato nel sedime museale.
Il Museo Volandia nel futuro
Il Museo Volandia nasce come esposizione di velivoli, tuttavia negli ultimi anni sono stati introdotti anche altri mezzi di trasporto.
In particolare il riferimento non può essere che per il plastico della Città Ideale del Professor Ogliari, già direttore del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano e docente al Politecnico di Milano.
Lo stesso professor Ogliari nel passato aveva organizzato a Ranco sul lago Maggiore, un museo dei trasporti.
Questo museo è stato recentemente donato dalla Famiglia Ogliari a Volandia con il supporto della provincia ed è stato trasferito nell’area museale.
Quindi il futuro di Volandia sarà quello di essere indirizzato a diventare un vero e proprio museo dei trasporti. Non dimentichiamo che la collezione Ogliari è formata da 3 locomotive a vapore, due locomotive elettriche di cui una trifase e una in corrente continua, tutti i tram storici di Milano cioè dai tram a cavallo a quelli inquadrabili temporalmente prima dell’ultima generazione; autobus e la funicolare di Santa Maria della Guardia sopra Genova, una via di mezzo tra una tranvia e una funicolare.
Se poi aggiungiamo il museo di Flaminio Bertoni , ovvero il famoso progettista che ha portato in auge il marchio Citroën, Volandia non potrà che assumere una posizione preminente in ambito museale sull’argomento trasporti in generale.
Appare quindi subito chiaro il messaggio che il Museo vuol trasmettere ai propri visitatori; la storia dei mezzi di trasporto che nella loro evoluzione hanno permesso all’uomo di raggiungere obiettivi una volta quasi impensabili. A partire dal volo pionieristico rappresentato del primo aereo della storia aeronautica italiana fino ad arrivare all’AMX ed al M-346 , passando attraverso il convertiplano AW 609.
Volandia è certamente un museo vocato fortemente sull’aviazione , ma abbraccia di fatto il complesso mondo dei trasporti in genere.
I prodotti offerti ai visitatori del Museo non si limitano alla semplice visione delle sale, ma vengono proposte anche attività didattiche volte ad avvicinare i più giovani al mondo aeronautico. I laboratori didattici, semplici ma efficaci , forniscono ai frequentatori informazioni su come vengono costruiti gli aerei e su quali principi fisici si basa il volo.
Progetto scuola lavoro
Il Progetto Alternanza scuola – lavoro è uno dei format più interessanti che vengono offerti ai ragazzi delle scuole.
Ai giovani di età compresa tra i 16 e i 18 anni , ovvero agli studenti del 3° e 4° anno degli istituti tecnici aeronautici quali ad esempio il Maxwell di Milano, il Feltrinelli di Milano, il Ponti di Gallarate e l’Istituto Baracca di Novara, viene offerta la possibilità di “mettere le mani” sugli aeromobili nell’ambito di detto progetto.
Gli studenti operano in stretta collaborazione con il personale esperto del museo, facendosi esperienza reale nel mantenimento e ricondizionamento di aerei e mezzi in genere che, pur non vantando livelli di finitura museale, andranno a costituire delle belle macchine da esporre come “Gate Guardian” all’interno del Museo.
Nelle immediate vicinanza nell’Hangar adibito a zona di ricondizionamento vi è infatti un’area nella quale troviamo un A-129 Mangusta un AW 149 e un SIAI 205 ed è proprio qui che i giovani studenti , sotto l’esperta guida di del personale tecnico volontario del Museo, potranno toccare ed impratichirsi direttamente con gli oggetti visti e studiati finora solo sui libri di testo.
Non è finita qui. Gli studenti hanno anche a disposizione macchine e motociclette (utilitarie degli anni 60) sulle quali esercitare ed affinare la loro manualità.
Gli studenti alla fine di questo percorso altamente formativo acquisiranno competenza tecnica oggettiva, grazie al fatto di avere avuto la non comune possibilità di lavorare su aerei veri.
Conclusioni e ringraziamenti
Il Museo Volandia rappresenta certamente un punto fermo per quanto concerne la divulgazione al grande pubblico della cultura aeronautica in particolare e sui trasporti più in generale.
Concludo quindi con una mia piccola considerazione: senza nulla togliere a questo interessante museo, che anzi rappresenta uno dei pochi esempi in Italia su questo argomento specifico, dispiace che tutti i mezzi esposti siano solo statici, nessuno mantenuto in grado di trasmettere quell’emozione viva e reale che solo il vero volo può regalare. Gli omologhi musei anglosassoni riescono a mettere insieme parte statica e parte volo. Riusciremo un giorno anche noi a farlo? … e magari Volandia potrà essere il primo?
Desidero infine ringraziare il Vicepresidente del Museo Volandia Luciano Azzimonti e la Dr.ssa D. Durione dell’Area Culturale Fondazione Museo dell’Aeronautica per il costante supporto durante la realizzazione del resoconto e tutto il personale dei Volontari dell’Associazione Amici di Volandia per la disponibilità e collaborazione.
Per il resoconto fotografico completo: QUI
Testo e immagini: Stefano
Immagini: Museo Volandia