Intervista al comandante del gruppo operativo Incursori della Marina Militare
Il Gruppo Operativo Incursori della Marina Militare è un reparto di Forze Speciali della Difesa, in grado di assolvere l’intero spettro delle Operazioni Speciali.
Il GOI è considerato oggi una delle migliori Forze Speciali della marina, al mondo ma per comprendere la storia del GOI, occorre tornare indietro nel tempo, e più precisamente ai due conflitti mondiali durante i quali gli uomini dei Mezzi d’Assalto della Regia Marina sono stati protagonisti di eroiche imprese.
Ho avuto l’opportunità di rivolgere alcune domande al Comandante del Reparto, il quale ci guiderà in un sorta di percorso di approfondimento sul passato, presente e futuro del GOI.
- Comandante, ci aiuti a capire in sintesi quando e come nasce il GOI, dalla fondazione ai giorni nostri.
Costituito nel 1952, il Gruppo Arditi Incursori, ribattezzato poi Gruppo Operativo Incursori (GOI) nel 1957, è l’unico reparto di Forze Speciali della Marina Militare Italiana e raccoglie l’eredità degli arditi delle due guerre mondiali. Esso affonda infatti le proprie radici nelle imprese eroiche compiute dagli uomini dei Mezzi di Assalto della Regia Marina durante le due guerre mondiali, gesta che hanno ottenuto il plauso ed il riconoscimento anche da parte dei nostri avversari, tanto che Winston Churchill, dopo la notte di Alessandria d’Egitto del dicembre 1941, ebbe a scrivere: “..sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l’equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell’Asse”.
Complessivamente questi uomini riuscirono ad affondare o danneggiare gravemente naviglio da guerra avversario per 72.190 tonnellate e naviglio mercantile per ulteriori 130.572 tonnellate. Gli assaltatori italiani violarono tutte le basi nemiche presenti nel Mediterraneo e le prede più grosse furono le corazzate Valiant e Queen Elizabeth, colpite nella rada di Alessandria d’Egitto nella notte tra il 18 ed il 19 dicembre 1941.
Quegli anni hanno rappresentato un periodo molto proficuo per la Regia Marina relativamente alle attività di ricerca e sviluppo delle tecnologie di guerra subacquea. Attraverso le invenzioni della muta, della maschera, delle pinne e dell’autorespiratore ad ossigeno, il Centro Studi della X flottiglia MAS posto agli ordini del vulcanico Comandante Angelo Belloni, fornì gli strumenti necessari ad addestrare uomini affinché conducessero operazioni speciali in contesti marittimi e subacquei, attraverso la chiave di volta tecnologica del tempo: il Siluro a Lenta Corsa (SLC), ideato da Teseo Tesei ed Elios Toschi. Quest’ultimo mezzo, noto anche con il vezzeggiativo “maiale”, ha rappresentato l’arma decisiva per le sconfitte inferte alla flotta britannica.
Al termine della guerra, la neonata Marina Militare ritenne opportuno mantenere questa importante esperienza disponendo, in gran segreto, che un’aliquota di personale reduce dei Mezzi d’Assalto continuasse a sviluppare quanto era stato ideato per il conflitto. Per tale ragione dal 1952, l’allora Capo di Stato Maggiore della Forza Armata diede incarico di riorganizzare un gruppo di Guastatori di Marina al TV Aldo Massarini, già appartenuto alla Decima Flottiglia MAS.
Venne così formulato un iter addestrativo specifico e fu scelta la storica fortezza del Varignano (Le Grazie) dove venne istituito il Gruppo Arditi Incursori. Durante le esercitazioni, che riproponevano inizialmente le attività addestrative del periodo bellico, si cominciarono a sperimentare nuove tecniche di infiltrazione occulta, per essere in grado di superare ogni ostacolo in qualunque ambiente marino, terrestre e montano, oltre che nuove tattiche di combattimento, accomunando il know-how sviluppato nel corso del secondo conflitto con le tecniche più tipiche delle unità in stile commando.
Dopo numerose riorganizzazioni, nel 1957 nacque infine il Gruppo Operativo Incursori (GOI), che incluse anche la Sezione Tecnica Autonoma di Bacoli (NA), che aveva curato in segreto gli aspetti tecnici dei trasportatori subacquei derivati dai Siluri a Lenta Corsa utilizzati durante la Seconda guerra mondiale.
Dal 1961 ad oggi, il GOI ha continuato a sviluppare autonomamente tecniche operative, armi e mezzi, idonei a contrastare le insorgenti minacce, confrontandosi con le corrispondenti forze speciali di altri Paesi nel corso di numerosissime attività interforze e multinazionali.
Negli anni successivi un’altra pietra miliare importantissima è stata la costituzione nel 1978, all’interno del GOI, della prima Unità di Intervento Speciale (Un.I.S.) italiana con compiti di controterrorismo sul territorio nazionale. Con un addestramento mutuato da quello dello Special Air Service britannico, l’Un.I.S. della Marina Militare, contestualmente a quella dell’Esercito (costituita da operatori dell’allora 9° Battaglione d’Assalto “Col Moschin”), rappresentò la prima unità di risposta contro il fenomeno del terrorismo endogeno portato dai movimenti di eversione politica attivi sul territorio italiano, prima della nascita delle corrispettive unità del Ministero degli Interni (GIS e NOCS). Questo retaggio capacitivo è riemerso con rinnovato vigore a seguito degli attentati dell’11 settembre in USA e del 2015 in Europa e ancora oggi possiamo essere chiamati, oltre che all’estero, anche in Patria in concorso al Ministero degli Interni laddove richiesto per azioni di Controterrorismo.
- Qual è l’organigramma del reparto e qual è la dipendenza gerarchica?
Come può immaginare, non è possibile avere informazioni di dettaglio relative all’organigramma del GOI, tuttavia le posso dire che questo reparto fa parte del Comando Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” che è posto alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare. Questo filo diretto rende l’idea di quanto sia importante a livello strategico un reparto di forze speciali come il GOI.
Il GOI è l’unico reparto di Forze Speciali (FS) della Marina Militare il cui ambito d’impiego sono le operazioni militari non convenzionali ad effetto strategico: il contrasto di attività di matrice insurrezionale e terroristica, la liberazione di ostaggi, le incursioni contro obiettivi nemici, le ricognizioni speciali e la Military Assistance nella sua complessità. Si tratta di operazioni affidate a reparti di élite, elementi strategici e fondamentali per la sicurezza del Paese e quella internazionale, in possesso di elevatissime qualifiche tecniche e operative, addestrati a operare nei tre domini di riferimento (terrestre, marittimo e aereo) in ambiente ostile e a grande distanza dalle unità amiche.
Inoltre, dal 1° dicembre 2004, il GOI è entrato a far parte del Comparto delle Operazioni Speciali (OS) della Difesa avviando un percorso d’integrazione con i medesimi Reparti delle altre Forze Armate (9° Reggimento Col. Moschin, 17° Stormo Incursori dell’Aeronautica e GIS – Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri) ponendo l’Italia in linea con l’orientamento degli altri principali Paesi dell’Alleanza Atlantica.
Da quel momento la condotta delle Operazioni Speciali è gestita dal Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS), mentre il mantenimento ed aggiornamento delle dotazioni e l’addestramento delle singole FS è assicurato dalle rispettive Forze Armate in qualità di “Force Provider”.
- Quali sono i compiti del Gruppo Operativo Incursori?
Da dottrina il GOI è un “…Reparto militare organizzato, addestrato ed equipaggiato per compiti specifici che utilizza tecniche operative e modi di impiego non in uso alle forze convenzionali…” Inoltre, ciò che caratterizza il GOI è il fattore marittimo, che rende il Gruppo Operativo Incursori, il reparto di forze speciali orientato ai lavori sopra e sotto la superficie dell’acqua, ambiente molto complesso che richiede un elevatissimo grado di preparazione. I compiti assegnati dalla Difesa agli Incursori del GOI sono del livello strategico e comprendono le seguenti tipologie:
- Azione Diretta(Direct Action-DA): operazioni offensive per la neutralizzazione, sabotaggio, danneggiamento, cattura o recupero di obiettivi di alto valore strategico od operativo;
- Ricognizione Speciale(Special Reconnaissance – SR): missioni effettuate per acquisire specifiche informazioni di livello strategico o operativo dove altri assetti non possono operare;
- Assistenza Militare (Military Assistance – MA): una vasta gamma di attività e misure per supportare ed influenzare unità di paesi amici, di importanza strategica per il Paese o per la missione assegnata attraverso il loro addestramento, supervisione e assistenza fino ad arrivare a cooperare con loro in operazione.
- Ricognizione Strategica: attività di raccolta informativa aventi un livello di interesse di natura strategico-politico;
- Liberazione Ostaggi (Hostage Release Operations – HRO): azioni di contingenza volte alla liberazione di personale in ostaggio o alla riacquisizione di obiettivi di valore strategico nazionale.
Nell’ambito del Controterrorismo, le Forze Speciali e quindi anche gli Incursori del GOI possono essere impiegate dal COFS in tutto lo spettro degli ambienti operativi. Chiaramente, per estrazione “maritime”, il GOI ha priorità e lead negli interventi di liberazione ostaggi e riacquisizione di obiettivi navali, piattaforme e/o strutture fondate in acqua.
Ciò che caratterizza il GOI è il fattore marittimo. I nostri operatori si sono distinti nel corso del tempo proprio grazie all’acume tattico dimostrato e sviluppato nell’ambiente acquatico, il quale offre spunti di riflessione operativa e strategica molto interessanti. Da notare come il 90% circa delle merci si muove su nave e anche il commercio di prodotti energetici non è da meno, con oltre il 60% del greggio e prodotti petroliferi che viaggia attraverso rotte marittime, transitando giornalmente da stretti e canali che divengono elementi critici, essenziali a causa della possibile ripercussione che un loro blocco (anche temporaneo) avrebbe sul mercato energetico e sulla economia globale. Inoltre, i mari ospitano anche la rete di dorsali sottomarine su cui viaggia oltre il 95% del traffico digitale e di telecomunicazioni del pianeta, collegando in tal senso tutti i continenti permanentemente popolati.
- Comandante, come avviene il processo di selezione del personale e come si svolge il processo di formazione di un operatore del GOI? Sintetizzando, come si diventa operatori del GOI?
A COMSUBIN è custodita un’esperienza formativa nell’alveo delle scuole militari unica nel suo genere.
Per diventare Incursori della Marina Militare occorre innanzitutto volerlo, senza determinazione risulta infatti impossibile superare le diverse prove insite nel corso Ordinario Incursori che ha una durata di circa un anno. Il corso è aperto a tutti i marinai, inquadrati nei diversi ruoli e gradi della Forza Armata, nonché al personale volontario a ferma annuale (VFP 1) che abbia mostrato particolare predisposizione in seno alle fasi d’arruolamento. Quella dei VFP1 per la Forze Speciali è una idea della Marina Militare nata cinque anni fa per offrire una via di accesso diretta dal mondo civile e ha permesso di ammortizzare al meglio la progressiva riduzione numerica e invecchiamento del personale in seno alla Forza Armata. Per questi ultimi il superamento del Corso Incursori dà infatti titolo al passaggio in servizio permanente effettivo (SPE).
Superate le visite mediche psicoattitudinali, i candidati al corso vengono accentrati a COMSUBIN e sottoposti ad un test d’ingresso, durante il quale vengono verificati i requisiti fisici minimi e l’acquaticità di coloro che hanno chiesto volontariamente di diventare un Incursore. Le prove prevedono il nuoto, la corsa, lo svolgimento di piegamenti sulle braccia, di trazioni alla sbarra e il tuffo dal trampolino. Non mi dilungo su questo perché tutte le informazioni si possono trovare sul sito della Marina Militare (www.marina.difesa.it).
Al termine del test d’ingresso, in genere nella seconda metà del mese di gennaio di ogni anno, gli allievi iniziano il Corso Incursori. Della durata di un anno, esso ha lo scopo di fornire nozioni di base nelle Operazioni Speciali e, soprattutto, testare la tempra ed il carattere dell’allievo durante le fasi terra, acqua ed anfibia, facendo emergere quelle che sono le qualità necessarie per il lavoro di incursore. È chiaro che si tratta di un corso estremamente selettivo che, pur lavorando in totale sicurezza, fa della volontà la chiave di volta per il superamento del corso.
Al termine del corso i frequentatori riceveranno l’agognato basco e passeranno in forza al GOI, dove dovranno tuttavia ancora frequentare il successivo Modulo di Addestramento Preliminare all’Impiego Operativo che concluderà la loro preparazione professionale affinché, come Incursori, possano essere impiegati nelle nostre squadre operative.
- Quali sono le capacità specifiche che vengono acquisite dagli operatori durante l’iter formativo e una volta raggiunta la qualifica di Incursore.
La nostra formazione di base è stata affinata, nel tempo, per far conseguire progressivamente le competenze necessarie ad assolvere ai compiti d’istituto che ci ha assegnato la Forza Armata. Essenzialmente il Corso Incursori si sviluppa nelle seguenti quattro fasi che permettono di far acquisire e consolidare le capacità per operare in tutte le dimensioni operative:
- Prima fase, combattimento a terra. Della durata di 12 settimane, prevede il superamento di numerosi test fisici, la formazione all’impiego delle armi e degli equipaggiamenti, la conoscenza della topografia e più in generale tutto quello che concerne il movimento tattico individuale e di pattuglia sul terreno. In questa fase si cominciano a sviluppare le tecniche di difesa personale e si acquisiscono i primi rudimenti di movimenti su parete rocciosa che saranno perfezionati nel prosieguo del corso. La giornata tipo comincia all’alba con corsa e ginnastica e prosegue con lezioni teoriche e attività pratica diurna e notturna. Mano a mano che si acquisiscono nuove capacità operative aumentano anche la preparazione fisica e le difficoltà da superare, fino a condurre una prova finale di 40 chilometri di marcia notturna da svolgere in non più di 6 ore, con un carico minimo di 20 chili di equipaggiamento.
- Seconda fase, combattimento in acqua. È la fase più dura e selettiva. Dura 12 settimane. L’attività è dedicata prevalentemente al nuoto in superficie e in immersione, sia di giorno che di notte. In questa fase gli allievi devono dimostrare di essere a loro agio sott’acqua e di saper coprire lunghe distanze a nuoto (sopra e sotto la superfice) con i propri equipaggiamenti. L’allievo acquisisce anche capacità di condurre natanti e battelli in dotazione e viene sottoposto a un esame pratico e teorico durante il quale dovrà dimostrare di avere appreso, tra l’altro, anche nozioni di nautica.
- Terza fase, anfibia. Della durata di 12 settimane. Questa è il periodo nel quale gli allievi devono apprendere le tattiche e tecniche per transitare dal mare alla terra e viceversa, perfezionando inoltre le loro conoscenze all’impiego dei diversi tipi di armi speciali in dotazione ed acquisendo, infine, esperienza sia nel tiro mirato che in quello istintivo/operativo. In questa fase i frequentatori del corso imparano ad utilizzare gli esplosivi e le cariche da demolizione, nonché ad operare da e con gli elicotteri. Questo momento formativo si conclude con tre esercitazioni notturne di ricognizione o di attacco di tipo anfibio, contro obiettivi sulla costa e/o Unità Navali.
- Quarta fase, condotta delle operazioni. Per 5 settimane gli allievi dovranno dimostrare di aver acquisito la capacità d’integrare quanto appreso durante il corso mettendolo in pratica in ogni ambiente operativo, dimostrando di saper pianificare un’operazione speciale e di conoscere come gestire i mezzi per essa necessari. Gli ultimi test consistono in una complessa esercitazione finale e in una verifica scritta e orale su quanto appreso durante tutto il corso.
A chi è giudicato idoneo viene consegnato il brevetto e l’ambito basco verde da Incursore, durante una solenne cerimonia svolta nello storico piazzale della base del Varignano.
Da questo momento i neo-operatori transitano tra le fila dei plotoni del Gruppo Operativo Incursori iniziando, immediatamente il Modulo di Addestramento Preliminare all’Impiego Operativo che gli consentirà di approfondire le tecniche, tattiche e procedure operative in uso al Reparto e di operare con gli equipaggiamenti e i mezzi ad alta classifica di segretezza del Reparto. Inoltre, conseguiranno il brevetto di paracadutista militare presso il Centro Addestramento Paracadutisti della Folgore.
- Come viene sviluppata la capacità del GOI di operare con altri reparti di Forze Speciali, come ad esempio, in un contesto interforze e multinazionale?
Il Gruppo Operativo Incursori è inserito all’interno del Comparto per le Operazioni Speciali italiane sotto l’egida del Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS). Esso è stato costituito il 1° dicembre 2004 alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa ed ha la competenza per le operazioni condotte dal: 9° Rgt. d’Assalto paracadutisti “Col Moschin”, Gruppo Operativo Incursori del COMSUBIN, 17° Stormo Incursori dell’Aeronautica Militare e Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri (di recente sono entrati a far parte del comparto anche il 4° Regimento Alpini Paracadutisti e il 185° Regimento Ricognizione Acquisizione Obiettivi). Il GOI, in quanto Forza Speciale Maritime Oriented, ha la capacità di operare in qualsiasi ambiente operativo, integrandosi perfettamente con le altre Forze Speciali italiane, soprattutto grazie alle numerose esercitazioni ed addestramenti e workshop specialistici (tematici e su materiali) che il COFS organizza e svolge durante l’anno. Tra le più importanti vi sono le esercitazioni “Notte Scura” e “Gazza Ladra”, durante le quali viene testata la capacità di tali reparti di interagire in operazioni speciali complesse. Inoltre, i teatri operativi odierni vedono l’impiego delle Forze Speciali nazionali inserite in contesti interforze ed internazionali per lo svolgimento di operazioni speciali all’estero. Nel corso di tali attività, l’integrazione di procedure tattiche risulta fondamentale e, proprio per questo, viene svolto un addestramento specifico per far sì che tale affinità si ponga in essere. Chiaramente, laddove l’ambiente operativo sia prettamente marittimo, il GOI assumerà la cosiddetta “lead” dell’attività. Dal punto di vista dei contesti internazionali, oltre alla già citata partecipazione in coalizioni presso i teatri operativi, è interessante notare come il Gruppo Operativo Incursori sia impegnato anche in numerosi programmi di collaborazione e scambio di personale, come nel caso del PEP con i Navy SEALs della US Navy e il Commando Hubert francese e su base di opportunità con altri reparti di Forze Speciali della NATO e non solo. Da queste cooperazioni emergono numerosi spunti di riflessione e di miglioramento soprattutto in termini di nuovi equipaggiamenti e procedure tattiche.
- Contestualizzando, durante l’emergenza sanitaria COVID-19 con quali modalità si è svolto l’addestramento degli Incursori per il mantenimento delle capacità operative?
Ovviamente, come è accaduto in tutto il Paese, siamo stati costretti a riorganizzare velocemente le nostre procedure di sicurezza affinché potessimo garantire lo svolgimento delle nostre attività addestrative e di quelle d’istituto nel rispetto della tutela sanitaria dei nostri operatori.
Certo l’emergenza COVID-19 ha imposto la rivisitazione di alcune fasi delle nostre procedure, essenzialmente quelle tese alla preparazione/fine delle attività e alla gestione delle aree comuni. Inoltre, abbiamo realizzato delle specifiche norme per la gestione delle operazioni subacquee e di convivenza sui battelli pneumatici, che prevengono tutte le potenziali possibilità di contagio dei nostri uomini.
- Comandante, facciamo un breve excursus sulle armi individuali di un Incursore della Marina Militare.
Innanzitutto, ci tengo a precisare che il primo strumento con cui un Incursore deve essere in grado di operare è il proprio corpo. Proprio per questo i nostri operatori hanno un grado di conoscenza e preparazione fisica che permette loro di mantenere degli elevati standard e requisiti professionali, tecnici e mentali. Detto questo, l’Incursore è addestrato al combattimento corpo a corpo, al maneggio e all’uso di armi bianche quali coltelli e chiaramente all’impiego di armi da fuoco a canna corta e lunga. Di base la dotazione si fonda su armi corte in calibro 9mm e 45 e armi lunghe in calibro 5,56 e .300 blackout. Ogni operatore ha una dotazione personale che completa, in base alla specialità con altre armi di reparto (mitragliatrici) o individuali (fucili di precisione o armi da assalto). Inoltre, aggiungo che ogni tipo di ambiente operativo necessita di particolari tipi di armi e di munizioni delle stesse. L’incursore di marina ha la capacità di essere efficace sia con armi meno recenti ma anche con quelle aggiornate alle più nuove tecnologie. L’Ufficio di ricerca, sviluppo e acquisizione del COMSUBIN, grazie al feedback continuo ed aggiornato degli operatori delle squadre del GOI, è in grado di rispondere a tutte le esigenze specifiche del reparto in modo da essere pronti ad affrontare vecchie e nuove tipologie di minaccia.
Non dimentichiamo mai la natura marittima e navale del nostro reparto, motivo per cui tutto l’equipaggiamento in dotazione al GOI permette all’operatore di proiettare la propria azione sopra e sotto la superficie del mare.
- Se dovesse presentare il Reparto ad un giovane quali, tra le non comuni capacità che un Incursore della Marina Militare deve possedere, metterebbe in risalto?
Essenzialmente il senso della disciplina e quello del dovere, ovviamente corroborati dalla ferrea volontà di affrontare anche gli ostacoli apparentemente insormontabili. Senza queste doti diventa impossibile superare il corso Ordinario e divenire un Incursore della Marina Militare. Una fase formativa che deve essere affrontata insieme ai propri colleghi di corso, per stimolare la crescita dell’altro elemento fondamentale e indispensabile per la nostra professione così particolare: lo spirito di corpo.
A scolpire il fisico ed a insegnare ad operare ci penseranno i nostri istruttori, le fondamenta che le ho descritto devono essere dentro i cuori di coloro che vogliono fare questa vita!
Per concludere, vorrei aggiungere che in una società come quella attuale in cui “l’apparire” ha assunto un ruolo predominante, noi cerchiamo operatori che sappiano fare dell’umiltà e della riservatezza il proprio stile di vita.
- Che importanza ha l’aspetto umano per un Incursore della Marina?
La nostra storia ci insegna che le armi più performanti o le apparecchiature più innovative non sono nulla rispetto all’uomo che le impiega. Molto spesso è solo attraverso la capacità dei nostri operatori che fondamentali missioni sono state portate a termine a prescindere dal fattore tecnologico.
Certo è importante dotare i nostri incursori dei materiali all’avanguardia per poter affrontare adeguatamente qualsiasi operazione, tuttavia le ribadisco l’aspetto fondamentale del fattore umano. I nostri uomini sanno fare di tutto ed in qualsiasi condizione o scenario operativo.
Capacità che, corroborate ai sentimenti imprescindibili alla base di ogni nostro operatore che le ho descritto nella mia precedente risposta, rende gli Incursori di Marina uno dei corpi speciali più performanti nel panorama internazionale.
- Come è cambiato il GOI e, eventualmente, come cambierà a suo avviso il Reparto in funzione del continuo mutamento degli scenari operativi?
Il GOI eredita dalla sua storia una solida propensione all’adattamento e all’innovazione. Nel corso del tempo molte armi e procedure hanno subito degli adattamenti dettati proprio dalle esigenze dei nuovi scenari operativi. Questo chiaramente succederà ancora in futuro e succede tutti i giorni. Nel corso delle attività, ogni giorno emergono nuovi aspetti tattici. Ciò che è davvero importante è la capacità di saper cogliere e sfruttare a proprio favore questi cambiamenti, ovvero discernere quali siano gli aspetti più o meno utili per il bene ed il futuro del reparto e delle attività. In questo è fondamentale il contributo che forniscono gli operatori dal campo, al fine di implementare tecniche, tattiche e procedure utili per il presente ed il futuro del reparto, cosa che si è sempre verificata al GOI. È evidente che per mantenerci al passo con i tempi sia necessario uno sviluppo tecnologico importante ma le garantisco che, anche in futuro, a mio avviso, sarà sempre l’uomo a fare la differenza ed in questo gli uomini del GOI non hanno mai deluso le aspettative e si sono sempre fatti trovare pronti per affrontare la minaccia.
- In conclusione, Comandante, cosa significa essere un Incursore della Marina Militare?
Essere un Incursore di Marina significa essere figlio di una storia di cui andare fiero dettata da imprese memorabili, far parte di un gruppo di uomini umili e silenziosi e anche per questo dalle qualità straordinarie, sempre orgogliosi del proprio operato.
Ringraziamenti
Desidero ringraziare innanzitutto Stato Maggiore Difesa e lo Stato Maggiore della Marina Militare per aver autorizzato l’intervista e il Comandante del Gruppo Operativo Incursori per la disponibilità e cortesia dimostrata.
Testo: Stefano
Testo e immagini: Gruppo Operativo Incursori – UPICOM