Intervista al STV Chiara Criscitiello Sommergibilista della Marina Militare Italiana
Introduzione
La flottiglia sottomarina della Marina Militare costituisce una componente specialistica tecnologicamente avanzata delle Forze Armate che contribuisce potentemente al controllo della Dimensione Marittima a salvaguardia della sicurezza Nazionale.
Il Sommergibile è un mezzo complesso, occulto e silenzioso che, grazie alle sue caratteristiche intrinseche lo rendono il principale ed efficace deterrente nei confronti di mezzi navali avversari capace di raccogliere informazioni senza alterare il comportamento dell’avversario. In particolare, nell’attuale scenario geo-politico, il sommergibile è costantemente impegnato in attività di presenza, sorveglianza e di sicurezza marittima per garantire la sicurezza delle vie di comunicazione, la libertà della navigazione, il contrasto della minaccia terroristica, della pirateria e dei traffici illeciti di ogni tipo. Inoltre, rappresentano un valido sostegno alle operazioni delle forze speciali, risultando in molte situazioni l’unico mezzo idoneo ad inserirli in maniera occulta realizzando il massimo effetto sorpresa. Nel prossimo futuro i “battelli” saranno impiegati anche nel controllo dei fondali per contrastare le trivellazioni abusive.
I sommergibili della Marina Militare vantano una grande storia marinara che risale al 1890, quando l’allora Regia Marina impostò presso l’Arsenale Militare di La Spezia il primo sommergibile italiano, il Delfino.
Nel corso dei due conflitti mondiali sono state 23 le Medaglie D’Oro al Valor Militare attribuite ai sommergibilisti.
Attualmente, nella Forza Armata sono cinque le donne che hanno ottenuto il brevetto da Sommergibilista, tra le quali il Sottotenente di Vascello (STV) Chiara Criscitiello, che ho avuto l’opportunità di intervistare.
- STV Criscitiello, quando e perché ha deciso di arruolarsi in Marina?
Fin da piccola ero attratta dall’immensità del mare, affascinata dagli abissi più nascosti. Questa mia grande passione ha fatto sì che il mio sogno si concretizzasse entrando a far parte della Marina Militare nel 2018.
- Per quale motivo ha scelto la specializzazione di Sommergibilista?
Ho scelto la specializzazione di Sommergibilista perché ritengo si tratti di una élite della Marina Militare, caratterizzata da una lunga storia (proprio nel 2020 cade il 130° anniversario della nascita) e profonde tradizioni, e allo stesso tempo moderna e proiettata al futuro, in quanto impiega mezzi – i sottomarini – altamente tecnologici ed innovativi che richiedono personale fortemente motivato ed addestrato. Essendo da poco consentito l’accesso alle donne (dal 2015) ero desiderosa di mettermi in gioco, elevare il mio profilo culturale ed il bagaglio d’esperienze. Ho pertanto deciso di voler orgogliosamente farne parte.
- Che ruolo ha avuto la famiglia nella sua scelta?
Un ruolo importantissimo. La mia famiglia mi ha sempre sostenuta ed incoraggiata in ogni mia scelta. Il mio principale punto di forza è mio marito, manager aziendale. Lui ha avuto un ruolo di primaria importanza in quanto mi ha sempre sostenuta in ogni mia scelta, consapevole che il mio lavoro equivalesse alla mia passione. Senz’altro le difficoltà non sono mancate, ma con tenacia ed abnegazione sono state superate insieme. Inutile dire che non ha prezzo vedere nei suoi occhi, ed in quelli della mia famiglia, l’orgoglio per il lavoro che svolgo.
- Passerei a questo punto all’argomento addestramento; ci parli nel dettaglio dell’Iter che ha dovuto affrontare.
Ho frequentato il corso per Ufficiali di Stato Maggiore in Accademia Navale a Livorno nel 2018. Ho poi scelto di entrare a far parte della Componente Sommergibili nel 2019, diventando “professionista del mare”.
Entrata a farne parte, ho sostenuto un tirocinio diviso in due parti. La prima presso la Scuola Sommergibili di Taranto, sostenendo anche un addestramento alla fuoriuscita di emergenza simulando un sommergibile posato sul fondo, in Olanda (Den Helder); la seconda a bordo di un sottomarino operativo. A termine delle due fasi, superate le valutazioni, ho conseguito l’abilitazione da Sommergibilista, entrando a pieno titolo nella Componente Sommergibili della Marina Militare.
Ad oggi sto ultimando la mia formazione professionale specialistica presso la Scuola Sommergibili, al termine della quale ritornerò a bordo per ricoprire l’incarico di Ufficiale di Rotta e Telecomunicazioni, pronta ad affrontare la vita di bordo…e solcare il mare in immersione.
- Quali invece le difficoltà che ha dovuto superare?
Seguire l’iter Accademico ed un Corso Specialistico per il conseguimento del brevetto da Sommergibilista richiede molta costanza, determinazione ed abnegazione. Ritengo comunque che con il dovuto impegno, le difficoltà del percorso formativo possano essere superate. La passione e lo stimolo derivante dal raggiungimento dell’obiettivo sognato, permettono di superare ogni ostacolo. L’ambiente di lavoro variegato e la professionalità dei colleghi sono ulteriori elementi che supportano il proprio percorso.
- Una volta raggiunta la qualifica di Sommergibilista, su quale Unità è stata imbarcata e con quali modalità è proseguito il suo addestramento?
Dopo aver raggiunto il tanto sospirato “brevetto da sommergibilista”, il mio primo imbarco è stato sul Sommergibile GAZZANA della Classe Sauro. Ho da subito affiancato l’Ufficiale di Rotta per poter apprendere tutte le conoscenze specifiche del mio prossimo incarico di bordo, in cui mi occuperò soprattutto di condotte della navigazione subacquea. Il percorso formativo finora seguito mi permetterà di poter operare sui sottomarini in autonomia, apprendendo tutte le necessarie procedure per poter contribuire alla condotta delle missioni. Questo percorso formativo è comune ad ogni nuovo sommergibilista, indipendentemente dal ruolo specialistico che ricoprirà nel futuro (radarista, specialista dei sistemi di piattaforma, cuoco, Ufficiale di Rotta, ecc.). La formazione è infatti continua e non si ferma al raggiungimento della qualifica iniziale concessa con il “brevetto”, proprio perché i sottomarini sono mezzi sofisticati, il cui livello di tecnologia è paragonabile a quello di un’astronave…ma degli abissi.
Attualmente sto ultimando il corso addestrativo-formativo presso la Scuola Sommergibili che mi consentirà di acquisire le competenze per poter completare la mia formazione come Ufficiale di Rotta, ed acquisire l’abilitazione a svolgere, in autonomia, il servizio di guardia in immersione.
- Quali ulteriori competenze ha acquisito?
Essendo una giovane sommergibilista sono ancora agli inizi ma la prospettiva professionale che mi si pone davanti è affascinante. La vita di bordo e l’impiego dei sottomarini, in senso generale, permettono di acquisire innumerevoli competenze professionali ed umane che vanno dalla capacità di condurre in sicurezza l’unità, alla gestione del personale, alle procedure in caso di emergenza, all’acquisizione delle capacità di poter vivere in ambienti confinati per periodi prolungati di tempo. Una specificità ben raccontata in un recentissimo video presente sui social media della Marina, relativo ad un decalogo per poter vivere in isolamento.
Ritengo che la professione del sommergibilista sia attraente e ti permetta al contempo di poter acquisire anche quelle competenze umane, le famose soft skills che consentono di affrontare e gestire con serenità la quotidianità.
- Il sommergibile è un’Unità estremamente sofisticata, può sinteticamente illustrarci le peculiarità e le missioni per le quali viene attualmente utilizzato?
Esatto. È estremamente sofisticato. Naviga a profondità elevate, è in grado di poter viaggiare sott’acqua con sistemi di navigazione all’avanguardia per giorni e mesi, è condotto da poche persone di guardia che monitorano e gestiscono il complesso di apparati esistenti (da quelli della piattaforma, al sistema di combattimento, agli apparati di comunicazione satellitare, ecc.).
Per quanto riguarda le peculiarità sicuramente vi è da dire che la principale è l’occultamento. Un sottomarino per compiere la propria missione dev’essere invisibile a navi, aerei e naturalmente sottomarini avversari.
Può effettuare missioni ad ampio spettro, quali controllo delle linee di traffico marittimo, monitoraggio delle attività illecite, sorveglianza delle aree di interesse nazionale. È quindi un mezzo molto versatile che ripaga degli investimenti necessari alla sua realizzazione e manutenzione. Negli ultimi anni è impiegato spesso a supporto delle operazioni per il controllo dei flussi migratori ed il contrasto ai traffici illeciti condotti in Mediterraneo (armi, droga, etc.), collaborando spesso con le Autorità giudiziarie nella raccolta di elementi di prova o riconoscimento dei trafficanti.
- Per la gestione di un mezzo così sofisticato non si può prescindere da un lavoro di squadra; cosa può dirci a tale riguardo?
Il lavoro di squadra è fondamentale in quanto, prescindendo dal grado e dal ruolo, ogni componente dell’equipaggio ha un compito rilevante per garantire il raggiungimento degli obiettivi. La collaborazione, il rispetto reciproco e la sinergia sono requisiti indispensabili per il nostro lavoro che si basa, in sostanza, su un fortissimo spirito di corpo.
- La “Squadra”, appunto, quale professionalità racchiude in sé e come viene raggiunto l’amalgama necessaria affinché l’ingranaggio funzioni perfettamente?
L’amalgama necessaria si raggiunge con l’intenso e costante addestramento di ogni singolo membro della “squadra”. In tale settore, il ruolo fondamentale è assunto dal Comandante che, oltre ad impostare l’attività e la routine in mare (ed in porto) con la sua esperienza e la professionalità, è il perno fondamentale dell’ingranaggio di questa complessa macchina, valorizzando il proprio personale e rendendolo parte integrante e consapevole degli obiettivi. In sintesi è l’allenatore in campo.
Inoltre, l’abnegazione, la determinazione, l’elevata professionalità e la compattezza, nel raggiungere lo stesso obiettivo, sono i punti di forza di “equipaggi” cha hanno, da sempre, in sé qualcosa di speciale.
- Attualmente, qual è il suo ruolo e quali responsabilità implica?
Come accennato, attualmente sto ultimando il corso di formazione e l’addestramento specialistico presso la Scuola Sommergibili di Taranto, consapevole che al termine di questo impegnativo percorso dovrò affrontare con altrettanta tenacia e dedizione la vita di bordo, in uno degli otto sottomarini della Marina Militare Italiana.
- Il sommergibilista vive per lunghi periodi in spazi ristretti e con limitate possibilità di comunicazione con l’esterno; quali sono le principali capacità che permettono di superare questo fattore di stress?
Per noi Sommergibilisti è quasi naturale vivere in ambienti così ristretti; si lavora in simbiosi, con spirito di collaborazione e adattamento. Più che riferirsi ad un fattore di stress lo definirei un cambiamento di abitudini e la strategia da adottare, in questi casi, è la gestione del tempo e la condivisione degli spazi, approfittandone anche per coltivare interessi personali e nuove passioni.
- Ci racconti un aneddoto che ricorda con particolare piacere durante.
Un aneddoto che non dimenticherò è stato quando per la prima volta ho sentito il portello del sottomarino chiudersi. È stato quello l’istante in cui ho pensato che dopo tanti sacrifici il mio sogno si stava realizzando.
- Altre ufficiali donne hanno conseguito la qualifica di Sommergibilista; questo per lei cosa rappresenta?
Le donne, con la loro determinazione e tenacia, sono entrate a far parte di questa prestigiosa Componente della Marina Militare dal 2015. Sono entusiasta e fiera per quanto hanno fatto sinora le mie colleghe. Personalmente le considero un esempio da imitare, per l’abnegazione che dimostrano ogni giorno, ricordando che sono militari ma in molti casi anche mogli e mamme.
- Cosa direbbe a delle giovani donne desiderose di intraprendere la carriera militare? Perché la Marina Militare e perché Sommergibilista?
Mi sento di consigliare a tutte le giovani donne che hanno il desiderio di intraprendere la carriera militare di inseguirlo con il massimo impegno e tenacia. È un sogno che quando si realizza appaga. Ci saranno certamente sacrifici e ostacoli da affrontare ma che si superano con impegno e fiducia in se’ stessi.
Consiglierei la Marina Militare solo a chi, come me, ha la passione per il mare.
La Componente Sommergibili è un corpo di eccellenza formata da donne e uomini altamente motivati e coesi, professionali e legati da un fortissimo spirito di corpo. Una giovane donna che ha voglia di intraprendere questo meraviglioso viaggio negli abissi non potrà che vivere le emozioni più appaganti.
- Qual è la sua ambizione più grande?
Dopo aver realizzato questo mio sogno, la mia ambizione più grande è di poter ancora crescere professionalmente e culturalmente all’interno di tale Componente, dando ogni giorno il mio contributo umano e professionale ad una grande squadra, al servizio del Paese.
- Infine, le chiedo, cosa vuol dire per lei essere un Sommergibilista della Marina Militare Italiana?
Essere Sommergibilista della Marina Militare Italiana per me significa essere parte integrante di una Componente di élite della Marina Militare e poter prestare il mio servizio alla Patria. La consapevolezza di poter contribuire quotidianamente, nel mio piccolo, alla sicurezza ed al benessere della Nazione mi riempie di orgoglio. Ma forse la cosa che più mi rende felice è sentire sulle spalle la responsabilità verso i miei colleghi ed il mio mezzo…un pungolo costante che mi fa crescere e diventate migliore ogni giorno.
Ringraziamenti
Desidero ringraziare innanzitutto lo Stato Maggiore della Marina Militare per aver autorizzato l’intervista e il Sottotenente di Vascello (STV) Chiara CRISCITIELLO per la disponibilità e cortesia dimostrata.
Testo: Stefano
Testo e immagini: STV Chiara CRISCITIELLO – UPICOM