INTERVISTA AL COMANDANTE DELLA PATTUGLIA ACROBATICA NAZIONALE FRECCE TRICOLORI
Introduzione
IL T. Col. Gaetano Farina nasce a Francavilla Fontana (BR) il 1 maggio 1979. Entra in Accademia Aeronautica nel 1998 con il Corso Vulcano IV.
Dopo il conseguimento del Brevetto di Pilota Militare, viene assegnato al 18° Gruppo Volo del 37° Stormo di Trapani.
Nel 2009 viene assegnato alla Pattuglia Acrobatica Nazionale e durante la sua permanenza ha ricoperto i ruoli di Pony 7, Pony 4, Pony 2 e infine Pony 1.
Nel 2018 diventa Comandante delle Frecce Tricolori, subentrando al T. Col. Mirko Caffelli.
Il T. Col. Farina ha conseguito l’abilitazione sui seguenti velivoli: SF-260; T-37; T-38; MB-339CD, F-16 ADF e ha al suo attivo oltre 3400 ore di volo.
Attraverso le sue parole avremo non solo l’opportunità di approfondire la sua conoscenza, ma anche quella della nostra Pattuglia Acrobatica Nazionale.
- Comandante, questo per le Frecce Tricolori, rappresenta il 60° anno di attività; ripercorriamone brevemente la storia.
Le Frecce Tricolori, la cui denominazione ufficiale è 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, vengono costituite ufficialmente il 1° marzo 1961 sull’aeroporto di Rivolto. Molto tempo prima, sul finire degli anni ’20 del Novecento, a circa 10 km a est dalla nostra sede, nasceva sull’aeroporto di Campoformido l’acrobazia aerea collettiva; questa attività aveva lo scopo di dimostrare come la sua pratica continuativa potesse migliorare le tecniche del combattimento aereo. Negli anni ’50 la tradizione proseguì con pattuglie acrobatiche individuate nell’ambito dei reparti operativi; Diavoli Rossi, Tigri Bianche, Lancieri Neri, i Getti Tonanti il Cavallino Rampante si alternavano così annualmente nel compito di rappresentare l’Aeronautica Militare e l’Italia nelle manifestazioni aeree. Proprio dal nucleo di piloti del Cavallino Rampante, pattuglia di riserva nel 1960, si decise di costituire un reparto che svolgesse questo compito di rappresentanza in maniera permanente.
- Quale è la struttura del Reparto?
Le attività delle Frecce Tricolori sono suddivise essenzialmente in 4 aree funzionali assegnate ad altrettanti settori in cui è articolato il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico e nel quale sono impiegate circa 100 persone. Il Servizio Efficienza Aeromobili (S.E.A.) è l’area nella quale si concentra la maggior parte del personale in forza al Gruppo; esso si occupa di tutte le attività relative alla manutenzione dei velivoli. L’Ufficio Comando si occupa invece di tutte le attività di natura amministrativa e logistica del reparto.
La Sezione Operazioni cura gli aspetti connessi all’attività di volo e all’addestramento del personale navigante. Infine il Servizio Pubblica Informazione e Comunicazione che, in virtù del peculiare compito assegnato alle Frecce Tricolori, si occupa delle relazioni con tutti i vari stakeholder della Pattuglia Acrobatica Nazionale.
- Quali sono invece i compiti Istituzionali?
Il compito assegnato alle Frecce Tricolori è quello di rappresentare, attraverso il volo acrobatico collettivo, i valori, le professionalità e la capacità di fare squadra di tutte le donne e gli uomini dell’Aeronautica Militare, delle Forze Armate e in generale il “Sistema Italia”.
- Comandante come si diventa pilota delle Frecce Tricolori? Quali requisiti di base sono richiesti?
I piloti delle Frecce Tricolori sono innanzitutto dei professionisti dell’Aeronautica Militare e come tali entrano a far parte della Forza Armata tramite un concorso pubblico. Superati tutti i passaggi previsti dall’iter formativo si diventa piloti militari. Per poter accedere alla selezione come piloti i requisiti oggettivi sono appartenere ad una delle linee jet della Forza Armata e il possesso di un numero minimo di ore di volo effettuate.
- Con quale criterio vengono selezionati i nuovi piloti?
La selezione dei piloti da assegnare alle Frecce Tricolori viene realizzata annualmente facendo trascorrere ai candidati una settimana con noi presso la nostra sede. E’ un momento molto importante della vita del nostro Reparto durante il quale abbiamo la possibilità di individuare e scegliere in autonomia, le persone con le quali condivideremo la quotidianità lavorativa e non solo. Essa consiste essenzialmente nella valutazione non solo dal punto di vista professionale ma anche e soprattutto direi, sotto il profilo caratteriale. Per quanto riguarda il primo aspetto, si attinge da un bacino già altamente professionalizzato costituito dai piloti delle linee jet dell’Aeronautica Militare; pertanto la questione è decisamente semplificata. L’aspetto che approfondiamo e al quale teniamo particolarmente è quello della valutazione caratteriale; il pilota che entra a far parte delle Frecce Tricolori deve essere una figura bilanciata, sicura delle proprie competenze ma con una spiccata attitudine alla condivisione e ad operare in gruppo. Ciò è inevitabile in una attività, quella dell’acrobazia aerea collettiva, che è considerata una delle massime espressioni del lavoro di squadra e nella quale è essenziale l’assoluta fiducia tra i componenti del team.
- L’addestramento necessario per volare in una formazione di dieci aerei dev’essere molto impegnativo; cosa può dirci a tale proposito?
Il percorso di addestramento di un pilota delle Frecce Tricolori conduce dei professionisti maturi e già operativi presso altri velivoli jet dei Reparti di provenienza dell’Aeronautica Militare a mettersi in gioco in una attività di volo completamente diversa e peculiare. In un periodo di circa 6 mesi i piloti vengono portati a raggiungere il livello di performance necessario per affrontare la stagione acrobatica. Al termine di ogni missione addestrativa di volo avviene una fase molto importante: la visione del filmato dell’attività di volo svolta. Questo è un momento molto importante perché pone ciascun pilota, insieme agli altri, di fronte all’evidenza delle eventuali imprecisioni commesse ponendolo nelle giuste condizioni psicologiche per poter lavorare sul miglioramento della propria prestazione. La chiave che consente di non generare demotivazione consiste pertanto proprio nella gradualità del iter addestrativo; un percorso graduale, opportunamente modulato e affinato nei nostri quasi 60 anni di storia che conduce per piccoli passi, con obiettivi sfidanti e raggiungibili, il pilota al livello di preparazione richiesto. Questo è il successo di una tradizione che si rinnova stagione dopo stagione.
- I piloti, per esprimere il massimo delle loro potenzialità hanno bisogno di velivoli efficienti. Parliamo del “dietro le quinte” dello show, ovvero gli specialisti.
I piloti delle Frecce Tricolori sono gli attori principali di questa meravigliosa avventura, ma il nostro lavoro è possibile solo grazie al “dietro le quinte” formato da professionisti della Forza Armata, che quotidianamente effettuano un lavoro attento e preciso in maniera silenziosa e non visibile all’occhio del pubblico che viene ad assistere alle nostre esibizioni. Professionisti della manutenzione, della logistica, della parte amministrativa e della comunicazione che rappresentano uno spaccato delle professionalità presenti in Aeronautica Militare e che lavorano quotidianamente per assicurare lo svolgimento dei compiti assegnati dal Paese alla nostra Forza Armata.
- Possiamo paragonare l’esibizione della Pattuglia Acrobatica Nazionale ad un’orchestra che “suona” uno spartito perfettamente, all’unisono. Il direttore di orchestra però è fondamentale. Comandante come ci si prepara al suo ruolo?
Non c’è una preparazione specifica per essere Comandante; l’esperienza necessaria si acquisisce gradualmente durante il proprio percorso professionale all’interno del Gruppo; volando prima in ala da gregario, e poi da Capo Formazione, si raggiunge una visione a 360° gradi del volo delle Frecce Tricolori. Il Comandante deve essere necessariamente il pilota più esperto e durante l’esibizione si trova a terra, in posizione centrale rispetto all’esibizione e in collegamento radio con la formazione; da questa posizione privilegiata ne assicura la sicurezza curando al tempo stesso la spettacolarità dell’esibizione grazie ai commenti in tempo reale sull’esecuzione delle singole manovre.
- Come accennato precedentemente, quest’anno si sarebbe dovuto celebrare il 60° Anniversario delle Frecce Tricolori. Purtroppo, a causa del COVID-19 questo non sarà possibile. Cosa ha significato per voi questa situazione e come è stato possibile conciliare l’esigenza addestrativa?
Parlando del nostro 60° Anniversario, la scelta più giusta è stata quella di rinviarlo al 2021: l’Aeronautica Militare ha coerentemente deciso di concentrare ogni risorsa disponibile nella lotta contro la diffusione del virus, mettendo in secondo piano una manifestazione a cui tutta la Forza Armata tiene comunque molto; in questo momento era però opportuno mettere in prospettiva questa celebrazione in favore di altre priorità. Sin dall’inizio dell’emergenza, noi abbiamo continuato ad addestrarci, nel rispetto delle prescrizioni, per farci trovare pronti all’appuntamento nel quale avremmo potuto nuovamente stendere il nostro Tricolore.
- Come è nata l’idea del Giro d’Italia delle Frecce Tricolori’
Durante il periodo di lockdown, sono stati numerosi i messaggi pervenuti, via mail, lettere, e anche sui social network, dove gli Italiani chiedevano di veder volare le Frecce Tricolori per un messaggio di speranza e un segnale di ripartenza per il nostro Paese; da qui nasce il Giro d’Italia fortemente voluta dal Ministro della Difesa, On. Guerini.
E’ stato per noi motivo di forte orgoglio essere considerati, sin dall’inizio dell’emergenza, un simbolo cui stringersi intorno e nel quale trovare l’energia per superare le difficoltà. Sorvolare tutti i capoluoghi di Regione, la città di Codogno, prima zona rossa e simbolo dell’emergenza sanitaria, e la città di Loreto per i 100 anni dalla proclamazione della Madonna di Loreto quale protettrice degli Aeronauti, è stata un’emozione che rimarrà incancellabile nei nostri cuori.
- Vedere un’esibizione delle Frecce Tricolori è sempre un’esperienza indimenticabile, per tutti. Tuttavia, c’è uno “zoccolo duro” di appassionati per i quali, se possibile, il fattore emotivo è ancora più forte: i Club Frecce Tricolori. Cosa può dirci a riguardo?
Anche le Frecce Tricolori hanno i loro Fan club; in totale abbiamo più di 135 fan club distribuiti su tutto il territorio nazionale e non solo; sono presenti anche all’estero in Canada, EAU, Australia, Austria e Svizzera. Ai Club sono iscritti numerosi appassionati delle Frecce Tricolori e dell’Aeronautica Militare in generale che non perdono occasione per dimostrarci il loro affetto seguendoci durante le manifestazioni aeree in Italia e nel mondo.
- Il Tricolore più lungo del mondo che i 10 MB-339 hanno disteso nei cieli italiani in questo periodo è forse ora più che mai un simbolo. Che responsabilità ne deriva?
E’ per noi un motivo di grande orgoglio che tanti cittadini si siano stretti intorno al Tricolore e ci abbiano individuato come un simbolo di questo Paese da cui trarre non solo conforto ma anche forza e motivazione per la ripartenza. Pensare che il Presidente USA, Capo di Stato di una nazione così rilevante sul piano internazionale e come lui tante illustri personalità dello scenario nazionale, abbiano voluto utilizzare la nostra immagine per esprimere vicinanza e affetto o infondere speranza al nostro Paese, è un valore aggiunto che ci colma di ulteriore soddisfazione e gratificazione.
- Comandante, lei è da tanti anni nella Pattuglia Acrobatica Nazionale; qual è stata l’esperienza più emozionante che ha vissuto?
Sono stato assegnato alle Frecce Tricolori nel 2009, dopo aver ricoperto varie posizioni da gregario all’interno della formazione, ho svolto il ruolo di Capo Formazione dal 2017 al 2018, effettuando in volo più di 300 manifestazioni e sorvoli, ho volato su 35 diversi Paesi nel mondo. L’esperienza più emozionante che ricordi è stata proprio quella vissuta sorvolando tutto il nostro Paese, e in particolare la mia regione di origine, durante “l’Abbraccio Tricolore”. Sapere che con il nostro volo stavamo portando un forte messaggio di speranza e vicinanza a tutti i nostri connazionali, ci ha riempito di un orgoglio e una soddisfazione difficili da spiegare.
- La “Squadra” invece come l’ha cambiata sotto il profilo umano?
Il Gruppo si compone di più di 100 uomini ed io sono il responsabile di tutti questi uomini in uniforme azzurra che hanno deciso di servire il nostro Paese; non dimentico però che ciascuno di essi è una persona con aspettative, bisogni e eventuali difficoltà lavorative o personali. Per questo motivo il ruolo di Comandante è molto importante e al tempo stesso estremamente delicato. Personalmente prediligo e cerco di stimolare in ognuno di loro, il dialogo e la comunicazione a tutti i livelli, cercando di far sentire gli uomini, di cui mi onoro di essere il Comandante, partecipi agli obiettivi, coinvolti e informati delle attività e delle eventuali difficoltà. Sono un convinto sostenitore della teoria secondo la quale solo attraverso una comunicazione efficace e coerente, sia possibile raggiungere quei livelli di motivazione del personale che ci consenta i raggiungimento degli obiettivi l’assolvimento dei compiti che ci vengono assegnati.
- Comandante, in conclusione, cosa significa far parte delle Frecce Tricolori?
Essere un componente dell’Aeronautica Militare e del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, è per tutti noi un enorme orgoglio; ciascuno è consapevole dell’importanza del suo contributo e vive con umiltà, onore e responsabilità, il compito di rappresentare la nostra amata Italia. Veder stendere il nostro Tricolore e riconoscersi nell’emozione che esso suscita, significa applicare quotidianamente quei valori fondanti, che generazioni di aviatori ci hanno tramandato negli anni.
Fonte, testo e immagini: Pattuglia Acrobatica Nazionale – Frecce Tricolori
Testo: Stefano