IN RICORDO DI PINO VALENTI
Sono trascorsi solo pochi giorni dalla improvvisa scomparsa di Pino Valenti. Per questo, ho chiesto all’amico Vittorio Cucurnia di ricordarlo come solo quelle parole che si scrivono normalmente di getto, che vengono dal cuore, possono fare.
In ricordo di Pino…
” Non è facile parlare. Non è facile scrivere. Ma oggi lo devo fare. Lo devo fare per Giuseppe “Pino” Valenti . Pino non è più tra noi. Lo so. Sembra incredibile. Ma è proprio così. Ci ha lasciato nella notte del venerdì 20 marzo … Dannatamente così. Vinto in pochissimo tempo da un virus capace solo di colpire alle spalle. Ci sono persone fuori dal tempo, diresti che ci sono sempre state e che sempre ci saranno. Pino era una di quelle. Innamorato del volo , pilota provetto nel senso letterale del termine, ha sempre unito una personale agiatezza , conquistata con duro lavoro, ad una spiccata signorilità. Due caratteristiche non sempre così ben abbinate. Figlio di tempi duri oggi dimenticati forse troppo presto dai più , era bimbo durante la Seconda Guerra Mondiale , ma se la ricordava molto bene. Uomo spiccio, poco incline al compromesso, non facile da capire di primo acchito , ma adamantino come pochi altri e con un gran cuore. Una sua stretta di mano valeva quanto una firma. Pino comincia a volare nel 1961 presso l’Aeroclub di Parma. Inizia praticamente subito anche con l’acrobazia area, disciplina per la quale è naturalmente portato. In breve tempo decide di acquistare il suo primo aereo, ovviamente acrobatico, uno Zlin 526 . Sarà il primo di una lunga serie che lo vedrà alla cloche di Pitts S1, Cap 10 , Zlin 50 . Nel frattempo, ha ulteriormente affinato le sue capacità acrobatiche che lo porteranno nel 1975 , prima volta per l’Italia, a partecipare al Campionato del Mondo di Acrobazia a Kiev ( Ucraina ) e due anni dopo al campionato Europeo a Chateurou. In seguito, capisce che le gare lo impegnerebbero troppo negli allenamenti serrati e dirotta le sue attenzioni verso il mondo dei War Bird e degli Air Show . Partecipa ad Air Show quali Duxford, Lugano, Ambrì, Melbourne, Wagga Wagga , dove avrà modo di volare con macchine come T6 , P51 Mustang , Spitfire , Thunderbolt, Sea Fury, L-29 Delfin, Mig 15 . Nel frattempo, costruisce un hangar nell’aeroporto della “sua” Parma, dove creerà un’officina aeronautica di altissimo livello. Un vero atelier dove molti aerei riprenderanno vita sotto le sapienti mani dei migliori specialisti da lui ingaggiati, tra cui spiccherà il Maggiore Sergio Arban , un esperto ufficiale tecnico della Aeronautica Militare Italiana, un sodalizio ininterrotto fino ad oggi . Pur avendo volato su molti dei più noti aerei del ventesimo secolo ( memorabile il suo volo da passeggero come giornalista aeronautico sul mitico F104 ) il suo nome resterà indissolubilmente legato alla sua creatura preferita, il Fiat G59 .
Recuperato fortunosamente a livello di rottame dall’aeroporto militare di Guidonia, e portato a Venezia al Nicelli, poco distante dalle mitiche Officine Aeronavali , dopo ben 8 anni di lavoro diuturno lo riporta dove un aereo vuole stare: in aria, in volo. Lo stesso Avvocato ( serve scrivere chi fosse ? ) , avvertito di questo recupero , se ne interessò e volle vederlo. Si presentò nel suo perfetto stile una mattina all’improvviso, accompagnato dal famoso giornalista RAI Jas Gawronsky . Un breve giro intorno all’aereo in lavorazione e sentenziò, con la sua proverbiale arguzia, non volerà mai , troppo messo male …. Fu uno dei suoi pochissimi vaticini errati. L’Avvocato non aveva fatto i conti con la determinazione della squadra di Pino che, contro tutto e tutti, lo ha riportato nel cielo. L’Araba Fenice era risorta dalle sue ceneri . La mattina del 25 maggio 1992 , esattamente otto anni dopo ( era il 1984 !!! ) aver varcato la soglia da rottame , il poderoso caccia della Fiat si allinea in pista …. controlli di rito …. una mano sulla manetta…. una sulla cloche …. i 1.800 cavalli del poderoso Merlin sono pronti. Tutti sono pronti. Tutti lo osservano. È il momento tanto atteso… E’ ” il ” momento. Gas, via, un rombo d’altri tempi scuote l’aria amica, la pista scorre veloce, l’aereo sembra uscito dallo stabilimento, è in volo. Al termine di questo volo prova, effettuato dal Pilota Collaudatore Guido Zuccoli ( che purtroppo perderà la vita in seguito ad un incidente con un T6 ) , tutti aspettavano il responso. L’aereo fu giudicato perfetto! Da allora ad oggi il G59 di Pino è stata la Guest Star di innumerevoli Air Show in giro per tutta Europa.
Sarebbe didascalico ricordarli tutti …. Ebbe fama planetaria partecipando travestito da caccia tedesco nel film U-571 del regista Jonathan Mostow . E ci sarebbero molti altri aneddoti ancora da raccontare … Memorabile l’esibizione durante il 55° Anniversario delle nostre Frecce Tricolori nel 2015 a Rivolto, di fronte ad oltre 450.000 spettatori. Un’emozione unica. Riunire in un’unica formazione definita giustamente Legend tutti gli addestratori dell’Aeronautica Militare Italiana davanti a così tante persone… un T6 , un G59 , un MB326 , un MB 339 , un M346 …. Gli aerei sono razionalmente oggetti metallici complessi, inanimati. Si dice però che aprendo l’ hangar di Pino il sabato mattina di un inizio primavera triste, per prendere in fretta alcuni oggetti personali nella frenesia del lutto, la capote motore del G59 sgocciolasse olio da tutti i rivetti …. ma lo sappiamo tutti, gli aerei sono solo oggetti metallici, inanimati… Pino ha lasciato la moglie Lella, inseparabile compagna di vita e d’avventura per sessanta anni, due figlie e due nipoti. E noi tutti, attoniti e increduli. Non volerà più sull’argenteo e fulmineo G59 dall’inconfondibile ogiva rosso fuoco. Ora sicuramente volerà in un’altra dimensione. A noi appassionati piace ricordarlo così , con un brano tratto dal libriccino Nessun Luogo è Lontano, di Richard Bach : ” Vola libero e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel per sempre. Di tanto in tanto noi c’incontreremo – quando ci piacerà – nel bel mezzo dell’unica festa che non può mai finire .” Ciao Pino, grazie di tutto, ci mancherai davvero tanto. È stato un privilegio averti conosciuto, un dolore indicibile doverti dire addio.
A Giuseppe “Pino” Valenti – 6/2/36 + 20/3/20 – Aviatore
Personalmente desidero mantenere vivo il ricordo di Pino per come l’ho conosciuto io, sorridente ed entusiasta della vita, ma allo stesso tempo serio e paterno; felice insieme ai sui amici di sempre in occasione dell’airshow di Parma nel 2015.
Testo: Vittorio Cucurnia
Immagini: Stefano