IL NUCLEO AEROSOCCORRITORI (ARS) COMPIE 50 ANNI
IL NUCLEO AEROSOCCORRITORI (ARS) COMPIE 50 ANNI
Gli Aerosoccorritori festeggiano il cinquantennale della costituzione del loro Nucleo
Giovedì 4 luglio, sul sedime aeroportuale del 15° Stormo di Cervia, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dall’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Alberto Rosso, è stato celebrato il 50° anniversario della costituzione del Nucleo Aerosoccorritori (ARS). Presenti alla cerimonia numerose autorità civili, militari e religiose delle provincie di Ravenna e Forlì-Cesena oltre al Comandante del 15° Stormo il Col. Diego Sismondini e il Comandante di Squadra Aerea il Gen. di S. A. Fernando Giancotti.
La giornata commemorativa è iniziata con la celebrazione della S. Messa nell’hangar allestito per l’occasione con mezzi ed equipaggiamenti utilizzati dagli Aerosoccorritori.
A seguire il secondo momento solenne dell’evento, ovvero la deposizione di una corona d’alloro sul monumento ai caduti del 15° Stormo.
A questo punto ha preso la parola il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare il Gen. di S.A. Alberto Rosso il quale nel suo breve ma significativo intervento, ha evidenziato le straordinarie capacità umane e professionali degli Aerosoccorritori, capaci di intervenire nelle situazioni più estreme per salvare vite umane. Tutto questo ha valso loro l’appellativo di Angeli Custodi.
Al termine della cerimonia gli “ARS” hanno dato prova delle proprie capacità in una dimostrazione di recupero di personale rimasto isolato dapprima in ambiente nazionale e successivamente in ambiente ostile, con il supporto di due elicotteri HH-101 e un HH-139.
Al termine dell’attività, che è stata seguita con grande interesse da tutti i presenti, la formazione di elicotteri ha effettuato un passaggio di saluto con l’esposizione del Tricolore.
LA NASCITA DEL NUCLEO
Negli anni 60 molte delle sedi dei reparti volo erano ubicate in prossimità della costa o nell’immediato entroterra. Nei rapporti delle commissioni d’inchiesta sugli incidenti di volo si evidenziò con forza la carente preparazione individuale del personale di volo coinvolto e soprattutto la scarsa conoscenza sull’uso e impiego degli equipaggiamenti di sopravvivenza.
Allo scopo di sopperire a questa carenza, lo Stato Maggiore dell’Aeronautica decise di costituire nell’ambito del Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare un Nucleo di sperimentazione degli equipaggiamenti di emergenza cercando inizialmente tra il personale in Forza Effettiva Organica (F.E.O.) elementi idonei a valutare e risolvere l’esigenza. A fronte di questo, il 16 aprile 1966 venne costituito presso l’Aeroporto di Vigna di Valle il Nucleo Sperimentazione Equipaggiamenti di emergenza e sopravvivenza in mare, alle dirette dipendenze del R.S.V.
Il personale del Nucleo aveva il compito di:
- istruire il personale navigante sul corretto uso degli equipaggiamenti in dotazione
- effettuare prove intensive e reali degli equipaggiamenti di emergenza e di sopravvivenza in mare per controllarne l’affidabilità e definire le modalità di utilizzazione ed avanzare proposte di modifica.
La scelta iniziale cadde su un ufficiale e due sottufficiali con grande esperienza nel paracadutismo subacquea e dotazioni di volo i quali rappresentarono i precursori di una nuova specialità in seno alla Forza Armata, ovvero i Sommozzatori- Soccorritori.
L’iter addestrativo prevedeva un’esperienza presso il COMSUBIN della Marina Militare propedeutico al conseguimento del brevetto necessario per l’attività di soccorso in mare.
Il 28 settembre 1968 il Nucleo composto da 13 elementi, tra ufficiali e sottufficiali, venne trasferito presso il Distaccamento aeroportuale di Genova.
Il 28 marzo 1969 venne costituito il Centro di Sopravvivenza ed Aerosoccorritori di Vigna di Valle al cui comando il Ten. Col. Franco Papò e il “Jolly” come simbolo distintivo a rappresentare la “carta vincente” e la molteplicità d’impiego.
I corsi di qualificazione continuarono e contemporaneamente, una consistente aliquota di Aerosoccorritori in F.E.O. acquisì la qualifica di istruttore di Sopravvivenza in Montagna, sotto la guida di istruttori della Guardia di Finanza provenienti dalla Scuola Alpina di Passo Rolle; altri si brevettarono paracadutisti e altri ancora vennero inviati presso l’allora Battaglione “Col Moschin” dell’Esercito (elevato poi a Reggimento nel 1995) per acquisire la qualifica di istruttore di Sopravvivenza Evasione e Fuga allo scopo di indottrinare successivamente il personale impiegato in ambito NATO.
I corsi di sopravvivenza in mare, montagna e zone impervie, tenuti dagli Aerosoccorritori divennero presto di interesse oltre che dal personale navigante dell’Aeronautica Militare, anche dalle altre Forze Armate.
L’attività operativa degli Aerosoccorritori proseguì prevalentemente con il recupero dei relitti di velivoli coinvolti in incidenti aerei e precipitati in mare.
L’intendimento della Forza Armata era quello di costituire presso i Gruppi S.A.R. e presso le Squadriglie collegamenti e Soccorso dotate di elicotteri, Nuclei di Aerosoccorritori per gli interventi in caso di incidenti di volo ed in tutti i casi in cui gli elicotteri avessero potuto salvare una vita.
Dagli anni ’70 agli anni ’80 gli Aerosoccorritori confluirono verso il 15° Stormo in quanto il reparto rappresentava l’espressione più dinamica del Soccorso grazie alla capillare presenza sul territorio nazionale di Gruppi ed elicotteri.
Verso la fine degli anni ’90, con il consolidarsi per il 15° Stormo l’esigenza di impiegare macchine fuori dai confini nazionali per assolvere missioni con profilo COMBAT, si decise di incrementare le capacità professionali degli Aerosoccorritori. Il nuovo e articolato iter formativa prevedeva l’addestramento con il 9° Reggimento “Col Moschin”; un corso di riconoscimento e procedure CSAR ; pronto soccorso d’urgenza presso la Scuola di Sanità Militare dell’Aeronautica; corso di trasmissioni Terra/Bordo/Terra etc., per acquisire la qualifica di OFS (Operatore di Forze Speciali Combat SAR su elicottero HH-3F).
Verso la fine del 2008, gli Aerosoccorritori persero la dipendenza diretta dalla Sicurezza Volo, per essere inquadrati nella categoria Operatori di Bordo, alle dipendenze del Comando di Squadra Aerea.
Le nuove necessità della Forza Armata fecero sì che le competenze che fino ad allora erano state del Centro Sopravvivenza ed Aerosoccorritori di Furbara, transitarono definitivamente al 15° Stormo che le avrebbe esercitate attraverso l’81° Centro Addestramento Equipaggi.
In cinquant’anni di storia degli Aerosoccorritori, con poco più di 200 qualificati, 135 hanno prestato servizio a 15° Stormo e a d oggi 60 unità rappresentano la forza effettiva della categoria presso lo Stormo.
Il binomio 15° Stormo/Aerosoccorritori rappresenta un’eccellenza dell’Aeronautica Militare e un sistema perfetto sempre pronto all’impiego, nel quale uomini e macchine si integrano con l’unico scopo di salvare vite umane grazie anche alla capacità di utilizzare materiali e procedure operative non comuni.
NOTA DI APPROFONDIMENTO
Il 15° Stormo dell’Aeronautica Militare dipende dal Comando Squadra Aerea per tramite del Comando Forze di Supporto e Speciali. Garantisce 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno, la ricerca ed il soccorso degli equipaggi di volo in difficoltà, nonché concorre ad attività di pubblica utilità quali la ricerca di dispersi in mare o in montagna, il trasporto sanitario d’urgenza di ammalati in pericolo di vita ed il soccorso di traumatizzati gravi, l’attività di antincendio boschivo nonché le missioni Slow Mover Interception (SMI) in occasione di grandi eventi. Il livello addestrativo degli equipaggi, le caratteristiche delle macchine in dotazione nonché l’impiego di apparecchiature e tecniche speciali, quali l’utilizzo di visori notturni, fanno spesso dell’Aeronautica Militare l’unica componente in grado di gestire con successo le situazioni di emergenza più complesse grazie, ad esempio, alla capacità d’impiego di giorno, di notte e in condizioni meteo marginali. Ogni volta che un elicottero del 15° Stormo è volo o sta salvando una vita umana o si sta addestrando per farlo salvando oltre 7300 persone in pericolo di vita dalla sua ricostituzione ad oggi.
Fonte: Aeronautica Militare
Testo: Stefano – Aeronautica Militare