Tabella dei Contenuti
Introduzione
Si è svolta venerdì 5 aprile, presso l’aeroporto militare di Istrana (TV) – sede del 51° Stormo Caccia – la cerimonia con la quale l’Aeronautica Militare ha salutato il caccia AMX, che va “in pensione” dopo 35 anni di intensa attività operativa sia in territorio nazionale che all’estero.
L’AMX dell’Aeronautica Militare
L’AMX (Aeritalia Macchi Experimental), recentemente denominato A-11B Ghibli dall’Aeronautica Militare italiana, è un velivolo da attacco al suolo e supporto tattico, monomotore a getto ad ala alta a freccia, prodotto in Italia e Brasile negli anni ’80 e ’90 grazie ad una collaborazione fra l’allora Aeritalia (46,5%), Aermacchi (23,8%) e la brasiliana Embraer (29,7%).
In totale vennero realizzati 6 prototipi e l’aereo venne ordinato dall’AMI in 110 esemplari monoposto più 26 biposto, questi ultimi denominati AMX-T (TA-11B, secondo la nomenclatura dell’Aeronautica), mentre il Brasile ne ordinò56 esemplari, tutti consegnati a partire dal 1988.
L’impiego operativo
Gli AMX italiani hanno superato il notevole traguardo delle 235.000 ore di volo, un totale che comprende sia le ore di volo operative, sia quelle accumulate nel corso della sperimentazione (circa 2.200) a partire dal maggio del 1984, data del primo volo del prototipo, presso l’aeroporto di Torino – Caselle.
I Ghibli italiani sono stati impiegati in diversi teatri operativi, dove hanno dimostrato la loro efficacia, i ridotti costi d’esercizio, l’alta efficienza e la capacità di adattarsi anche in scenari ben diversi da quelli per i quali l’AMX fu inizialmente concepito. Quella versatilità si è dimostrata utile non solo in ambito militare, nei compiti di supporto aereo ravvicinato e interdizione, ma anche in ambito civile: gli AMX hanno ripetutamente svolto missioni di ricognizione anche nel contesto di operazioni di risposta a calamità naturali, quali il terremoto dell’Aquila nel 2009 o l’eruzione del vulcano Stromboli nel 2019.
Al momento, l’AMX detiene un primato storico: le sue oltre 18.000 ore di volo in operazioni reali ne fanno il velivolo aerotattico maggiormente utilizzato dall’Aeronautica Militare nelle missioni fuori area.
L’aggiornamento ACOL
Una tappa fondamentale nella storia dell’AMX è stata l’aggiornamento ACOL (Adeguamento delle Capacità Operative e Logistiche) che ha riguardato 42 monoposto e 10 biposto dell’AM. Questo programma, portato avanti congiuntamente dalle allora Alenia Aeronautica e Aermacchi con la collaborazione del Reparto Sperimentale di Volo (RSV) dell’Aeronautica Militare per le attività di sviluppo, ha permesso di prolungarne la vita utile così da mantenere le capacità aerotattiche in efficienza fino a che i nuovi Lockheed Martin F-35A e F-35B, successori di Tornado e AMX, non conseguiranno la piena maturità.
Questo upgrade, avviato nel 2003 e conclusosi nel luglio 2012, è stato implementato dall’allora Alenia Aermacchi ed ha visto l’introduzione di un sistema di navigazione Inerziale/GPS e l’integrazione di nuovi armamenti di precisione. Il pod Litening è stato integrato per l’illuminazione degli obiettivi e il puntamento laser, mentre il RecceLite è diventato il principale sensore da ricognizione, capace di acquisire e trasmettere in tempo reale, tramite datalink digitale a banda larga, fotografie e video. Sono stati inoltre aggiornati i sistemi di comunicazione e d’identificazione Amico/Nemico al tipo NGIFF (New Generation Identification Friend or Foe) e, tutti i pannelli dell’abitacolo sui velivoli monoposto, sono stati resi compatibili con l’uso da parte del pilota di sistemi di visione notturna (NVG). Per consentire al pilota di gestire efficacemente le nuove capacità operative, l’abitacolo è stato aggiornato con un moderno display multifunzione LCD a colori, supportato da un potente Computer Symbol Generator (CSG) con funzioni di Digital Map. Il primo ACOL è stato consegnato ai reparti operativi nell’agosto 2007.
Oggi gli ACOL dell’AM equipaggiano il 132º Gruppo Caccia Bombardieri Ricognitori del 51° Stormo di Istrana.
Da parte sua il Brasile sta portando avanti un suo ammodernamento, identificato come A-1M, su 11 dei suoi 20 rimanenti AMX. La Força Aérea Brasileira prevede di mantenere la flotta operativa fino al 2025.
La cerimonia di phase out
Alla cerimonia di phase out, presieduta dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, hanno partecipato i vertici della Forza Armata e numerose autorità, tra cui il Ministro della Giustizia on. Carlo Nordio, il Presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon, il Prefetto di Treviso Angelo Sidoti e il Sindaco di Istrana Maria Grazia Gasperini; all’evento ha preso parte anche una nutrita rappresentanza del personale che, a vario titolo, nel corso degli anni, ha avuto l’opportunità di operare sull’AMX, uno dei velivoli che ha caratterizzato la storia recente dell’Aeronautica Militare e il jet aero-tattico maggiormente impiegato dalla Forza Armata nelle missioni fuori dai confini nazionali.
Nato dalla collaborazione tra l’industria aeronautica italiana e quella brasiliana, il primo AMX fu assegnato all’Aeronautica Militare nel 1989, al 103° Gruppo Volo del 51° Stormo di Istrana, per poi entrare in linea successivamente anche al 2° Stormo di Rivolto, al 3° Stormo di Villafranca e al 32° Stormo di Amendola, per andare progressivamente a sostituire i G.91R e gli F-104.
Il Colonnello Emanuele Chiadroni, Comandante del 51° Stormo Caccia, prendendo la parola ha sottolineato l’importanza del servizio prestato dal velivolo nella sua attività: “L’AMX dopo 35 anni di vita operativa con le insegne del 2°, 3°, 32° e 51° Stormo e grazie all’indispensabile supporto del 3° Reparto Manutenzione Aeromobili ed Armamenti (ancor prima 3° Reparto Manutenzioni Velivoli), chiude una pagina importante di una meravigliosa avventura azzurra. Con la duplice veste che ricopro – ha aggiunto – sia di Comandante dell’ultimo Stormo ad avere in dotazione questo velivolo, sia quello di pilota operativo per molti anni sull’AMX , sento l’obbligo di ringraziare profondamente tutti voi radunisti che con abnegazione, professionalità e dedizione lo avete studiato, aggiustato, preparato, pilotato, ammirato e difeso goliardicamente e dal quale tutti noi abbiamo sempre preteso tanto”.
In 35 anni di servizio, con oltre 240 mila ore di volo di cui 18.500 in operazioni reali, l’AMX ha solcato i cieli di 33 nazioni, operando in otto diversi teatri operativi e nell’ambito di numerose esercitazioni internazionali, dai climi gelidi della Norvegia e del Canada alla sabbia del Kuwait. Per le sue caratteristiche di caccia leggero ed estremamente versatile – anche grazie ai diversi aggiornamenti che nel corso degli anni ne hanno implementato le capacità operative in termini di dotazioni avioniche, sensori, armamento di precisione e autonomia – l’AMX è stato un assetto in grado di effettuare un’ampia gamma di missioni al servizio del Paese e dell’Alleanza Atlantica, da quelle di interdizione e attacco al suolo, a quelle di scorta e supporto ai contingenti a terra, a quelle di ricognizione nell’ambito di missioni ISR (Intelligence, Surveillance e Recognition).
A metà anni 90 il velivolo, conosciuto anche con il nickname “Ghibli”, debutta in operazioni reali sui cieli della ex Jugoslavia, poi ancora nel 1999 in Kosovo; dal 2009 al 2014 partecipa alla missione NATO ISAF in Afghanistan, uno dei teatri operativi dove è stato maggiormente impiegato, poi in Libia nel 2011 e infine in Iraq e Kuwait, dal 2016 al 2019, dove porta a termine il suo ultimo impegno all’estero nell’Operazione anti Daesh “Inherent Resolve”, tuttora in corso. Importante anche il contributo in campo nazionale, dove è stato utilizzato tra l’altro in preziose missioni di ricognizione fotografica nell’ambito del supporto fornito dalla Difesa alle popolazioni colpite da gravi calamità, come ad esempio per i terremoti in Emilia-Romagna e Centro Italia, per l’alluvione in Sardegna, o anche a supporto del piano di azione per il contrasto dei roghi nella Terra dei Fuochi in Campania.
“Oggi salutiamo un velivolo che ha fatto la storia dell’Aeronautica Militare“, ha detto il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti. “Per noi un aeroplano non è un semplice pezzo di ferro, è parte della famiglia. Dietro questo aereo c’è un mondo sommerso di gioie e dolori, di emozioni, di persone che lo hanno gestito, manutenuto, lo hanno portato in volo – e il pensiero va a chi tra loro non è più con noi – consentendo di raggiungere risultati e mantenere standard operativi straordinari“.
Ha poi concluso il Generale Goretti: “Oggi con un po’ di malinconia giriamo una pagina mentre ne teniamo aperte altre. Il futuro è già qui, con le linee Eurofighter e F-35 che sono ormai la spina dorsale della componente aero-tattica della Forza Armata, con i velivoli di sesta generazione a cui stiamo già pensando concretamente e con nuove sfide e nuovi domini, come quello spaziale, che entrano sempre più a far parte del nostro quotidiano e del nostro ambiente operativo“.
L’AMX è uno dei velivoli che ha accompagnato la trasformazione dell’Aeronautica Militare, un processo che dal 2020 ha visto tra l’altro la base di Istrana tornare a essere una delle basi della Difesa aerea nazionale e dove il personale ha potuto trasferire in modo graduale tutto il know how e l’esperienza maturata negli anni sulla linea Eurofighter.
Quattro velivoli ancora operativi – due monoposto e due biposto – hanno concluso la loro attività atterrando all’aeroporto di Piacenza, sede individuata per la futura realizzazione del Flying Museum dell’Aeronautica Militare, per consentire a tutti gli appassionati del mondo aeronautico e agli storici del settore di ammirare anche in futuro l’AMX e ricordarne il suo servizio per il Paese.
L’evento ha avuto inizio con il decollo di una formazione di AMX che dopo una missione di addestramento si sono ricongiunti in volo con un Tornado, un Eurofighter e un F-35, a riunire idealmente tutte le generazioni di velivoli aero-tattici attualmente in linea nella Forza Armata.
A suggellare l’evento anche la presenza della Pattuglia Acrobatica Nazionale, presente sulla base trevigiana per una delle ultime sessioni di addestramento lontano dalla sede stanziale di Rivolto, in Friuli, prima dell’inizio della stagione acrobatica 2024. Un anno importante, che vedrà le Frecce Tricolori protagoniste non solo in Italia, ma anche con un tour in Nord America, dopo torneranno ad esibirsi dopo più di 30 anni dall’ultima volta.
In conclusione, precedentemente alla cerimonia di phase out, ho avuto l’opportunità di partecipare ad una delle ultime missione di addestramento dei velivoli AMX. All’attività hanno partecipato anche due Eurofighter Typhoon e due F-35 Lightning II;
passato, presente e futuro della linea aerotattica dell’Aeronautica Militare Italiana.
Ringraziamenti
Desidero ringraziare lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare per l’opportunità concessami di partecipare alla missione addestrativa.
Fonte e testo: Aeronautica Militare – Leonardo S.p.A.
Immagini: Stefano Airholic.it – Aeronautica Militare
Testo: Stefano Airholic.it