Intervista al comandante di aliquota operativa del GIS dell’Arma dei Carabinieri
Introduzione
Il Gruppo di Intervento Speciale (G.I.S.) è stato istituito il 6 febbraio 1978 e facente parte delle Forze Armate Italiane, in piena emergenza terrorismo, dall’allora Ministro dell’Interno, On. Francesco Cossiga, che aveva visitato numerosi Paesi europei al fine di acquisire un’approfondita conoscenza dei rispettivi reparti speciali.
L’evolversi, in quel periodo, di fenomeni terroristici e di forme di disturbo dell’ordine pubblico richiese la costituzione di un’apposita unità per l’impiego in operazioni speciali anti-terrorismo e anti-guerriglia, con carabinieri tratti dall’allora Battaglione Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” perché particolarmente addestrati ad intervenire nelle situazioni più rischiose anche in presenza d’ostaggi.
Attualmente fornisce anche un supporto altamente qualificato ai reparti territoriali in occasione d’ importanti operazioni di polizia.
Ancora oggi, tutti gli operatori del G.I.S. provengono dal 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”. Sono volontari, con età non superiore ai trent’anni e con ottimi precedenti disciplinari.
Il reparto, considerato di solito come “ultima ratio”, ebbe il battesimo operativo il 29 dicembre 1980 quando fece irruzione nel supercarcere di Trani (BA), sgominando in modo estremamente rapido e incruento una rivolta di detenuti che avevano preso in ostaggio 18 Agenti di custodia.
L’intervista al Comandante di Aliquota operativa che segue, ci permetterà di approfondire la conoscenza sul Reparto, sulle peculiarità e non ultimo, sull’uomo operatore del Gruppo Intervento Speciale dell’Arma dei Carabinieri.
1. Comandante, inizialmente le chiedo di ripercorrere in sintesi la storia del reparto, dalla nascita ai giorni nostri.
Il Gruppo Intervento Speciale è stato istituito il 6 febbraio 1978, in piena emergenza terrorismo, per idea, impulso e direttiva dell’allora Ministro dell’Interno On. Francesco Cossiga. L’evolversi, in quel periodo, di fenomeni terroristici e di forme di disturbo dell’ordine pubblico richiese la costituzione di un’apposita unità di polizia per l’impiego in operazioni antiterrorismo, con carabinieri tratti dall’allora 1° Battaglione Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”. Sino al 1984, le forze speciali della Difesa, in particolare il 9° Reggimento “Col Moschin” dell’Esercito e il Gruppo Operativo Incursori della Marina, si resero disponibili al Ministero degli Interni, per quel tipo di missioni.
Dal 1984, a seguito di decreto del Ministero dell’Interno, il GIS divenne l’unica Unità Intervento Speciale (Un.I.S.) antiterrorismo della Difesa in favore del Ministero degli Interni in ambito nazionale, non prevedendo più la possibilità di impiegare le FS dell’EI e della MM. La storia del Reparto passa attraverso gli anni di piombo, caratterizzati dalla recrudescenza del terrorismo interno, con operazioni risolutive come quella al supercarcere di Trani, ed è proseguita negli anni con tutte le liberazioni ostaggi condotte a seguito dei sequestri di persona a scopo di lucro e dimostrativi, il costante contrasto alla criminalità organizzata con la cattura dei principali latitanti e boss di mafia, l’impiego negli innumerevoli teatri operativi esteri, come punta di diamante dell’Arma e, dal 2004, anche sotto il Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS) a fianco delle altre forze speciali italiane. Occorre inoltre menzionare il supporto all’Arma territoriale e alle componenti anticrimine del ROS per la risoluzione di eventi di crisi e il supporto in attività di PG e l’impiego nei servizi di protezione individuali e scorta, in Italia e all’estero, alle più alte cariche dello Stato italiane e straniere. Le operazioni e la storia del Reparto, non sempre note al pubblico per comprensibili ragioni di riservatezza, è relativamente breve ma ricca di emozioni e missioni compiute.
2. Quali sono le componenti principali e fondamentali del Reparto?
Il Reparto, pur adeguandosi all’evolversi degli scenari sempre più complessi, mantiene gelosamente una dimensione compatta, per assicurare un impiego sempre pronto, organico e coeso delle forze, elemento imprescindibile per una componente elitaria come questa unità. Attualmente, oltre al Comandante, alla sua segreteria e ad articolazioni tecniche e di supporto, il Reparto è articolato in Sezioni dedicate alle operazioni, alle attività formative/addestrative tra cui anche una componente dedicata alla Negoziazione di crisi. Le suddette componenti assicurano l’Un.I.S. in favore del Ministero degli Interni con prontezze anche immediate. Medesimi assetti pronti a muovere sono forniti in favore del Ministero della Difesa per le operazioni speciali della Difesa.
3. Qual è la dipendenza gerarchica?
Il Reparto è inquadrato amministrativamente nella 2° Brigata Mobile Carabinieri. Per l’impiego d’emergenza dipende direttamente dal Capo di SM del Comando Generale dell’Arma. In tale ambito, può essere attivato, sempre dal Comando Generale, per esigenze di supporto ai reparti territoriali e anticrimine dell’Arma per attività di PG ovvero direttamente su richiesta del Ministero degli Interni quale Un.I.S. o del COFS in ambito Difesa.
4. Quali sono i compiti peculiari del Reparto?
Il Reparto è chiamato a pianificare organizzare e condurre operazioni speciali di polizia e militari; i suoi compiti tipici sono la liberazione ostaggi, l’arresto di pericolosi terroristi/criminali, la risoluzione di dirottamenti su aerei e obiettivi tubolari nonché la riassunzione del controllo di istallazioni di vitale interesse dello Stato; può inoltre compiere, operazioni in contesto contaminato CBRN, servizi di protezione ad alte cariche dello Stato italiane e straniere. Inoltre, in ambito nazionale, il Reparto ha il compito di supportare l’Arma territoriale e le componenti anticrimine del ROS per l’arresto di pericolosi criminali e latitanti, la gestione di crisi ad alto rischio, la negoziazione, il supporto alle attività investigative con assetti specialistici nonché la predisposizione di assetti per la prevenzione e sicurezza in grandi eventi. Infine, attraverso la sua componente a disposizione del COFS, in quanto Forza Speciale, il Reparto assicura, all’estero, la condotta dell’intero spettro delle Operazioni Speciali.
5. Il G.I.S. nasce come unità d’élite dell’Arma dei Carabinieri per essere poi elevato al rango di Forze Speciali Tier1; può descrivere più dettagliatamente questa evoluzione?
Il Reparto dalla sua costituzione è stato e continua ad essere un assetto pregiato dell’Arma dei Carabinieri per impieghi speciali in Italia e all’estero. Per portare qualche esempio:
- Albania 1997, Operazione ALBA;
- Bosnia-Erzegovina SFOR, nell’ambito della MSU dell’Arma dei Carabinieri;
- Kosovo KFOR, nell’ambito della MSU dell’Arma dei Carabinieri;
- Iraq, nell’operazione “Antica Babilonia”;
- “Operazione Corona”, con il Rientro in Afghanistan del Re Zahir Shah;
- “Operazione EULEX” in Kosovo, al comando dell’Intervention Group;
- Servizi di protezione ad alte cariche dello Stato all’estero;
- Molteplici attività di supporto e addestramento a Guardie Presidenziali straniere;
Con la costituzione del COFS nel 2004, l’Arma dei Carabinieri offrì un’aliquota del Gruppo Intervento Speciale in grado di espletare tutto lo spettro delle operazioni speciali con la sua principale peculiarità di condurre operazioni finalizzate alla liberazione di ostaggi e alla cattura dei terroristi. Conseguentemente, insieme alle altre Forze Speciali, il Reparto si è adeguato agli standard NATO SOF, con l’implementazione di capacità operative quali JTAC, Combat Medic e Trasmissioni, ecc., consentendo di uniformare ed amalgamare tecniche operative tra le FS italiane per la conduzione di molteplici attività in vari teatri tra cui Afghanistan, Iraq, Djibouti, Libano e Niger. La forza del reparto sta nel valorizzare, anche dal punto di vista tecnico , la sua doppia natura di unità di intervento speciale di polizia e di reparto di FS, utilizzando le competenze e le esperienze maturate in un settore anche nell’altro. Ciò ci garantisce di poter rendere disponibile una capacità unica, a livello nazionale e oltre.
6. Comandante, il rapporto tra il G.I.S. e il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” è strettissimo; ci può aiutare a comprendere meglio la correlazione?
Fin dalla sua costituzione il Reparto trae i suoi operatori dal 1° Reggimento “Tuscania”, questo permette di avere personale selezionato ben tre volte, in primis come Carabiniere, in secondo luogo come Carabinieri paracadutista in esito al superamento delle dure fasi del “Corso Esploratori” del Reggimento e, dopo aver maturato un’esperienza operativa come Carabinieri Paracadutista, gli aspiranti incursori possono richiedere di accedere al “Corso Basico” del GIS. In tal modo, il Reparto può beneficiare di un bacino di candidati operatori altamente preparati, motivati e selezionati. Il Reparto ha inoltre instaurato una assai positiva collaborazione con il Reggimento, sia sul territorio nazionale che in teatro estero, dove il Tuscania viene spesso chiamato a supportare diverse attività operative del GIS, mettendo a sistema oltre che una preparazione di base comune, anche una conoscenza diretta tra i militari e gli Ufficiali dei rispettivi reparti. Si tratta di una relazione di mutuo supporto, sia che si tratti di operazioni speciali, ove il Tuscania supporta il GIS, in veste di reparto leading e pilota, sia che si tratti di operazioni convenzionali, ove il GIS può essere chiamato a sostenere, con assetti di nicchia, il Tuscania, a sua volta in funzione pilota/lead.
7. Comandante, a questo punto vorrei affrontare l’argomento della selezione e formazione del personale. Come si diventa operatore del G.I.S.
Come detto in precedenza tutti gli operatori devono provenire dal 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”. I candidati sono tutti volontari, con ottimi precedenti disciplinari ed esperienze specifiche. Le prove per accedere al Reparto sono molto selettive, precedute da approfondite visite mediche e valutazioni psico-attitudinali. Il “Corso Basico per Operatore del Gruppo di Intervento Speciale con brevetto militare di Incursore”, comprende una serie di moduli addestrativi, a sbarramento progressivo, di preparazione fisica e di acquisizione di competenze altamente qualificanti:
- Tecniche di lotta corpo a corpo;
- Impiego di armi avanzato;
- Maneggio e uso esplosivi;
- Tecniche di discesa rapida da elicottero e urban climbing;
- Tecniche operative speciali;
- Impiego di materiali speciali;
- Tecniche di intervento su particolari obiettivi;
- Abilitazione CBRN;
- Trasmissioni;
- Tecniche di servizi di protezione e guida di sicurezza;
- Approfondimenti di primo soccorso;
- Corso rocciatore e sciatore.
8. L’iter è estremamente selettivo; come si è modificato nel tempo il percorso formativo in funzione dell’evoluzione del Reparto? Ovvero dall’antiterrorismo e liberazione ostaggi, all’intero spettro delle Operazioni Speciali?
Il Reparto è chiamato costantemente ad evolversi in base alle possibili minacce future in Italia e all’estero. Ad oggi, rispetto al passato, è richiesto all’operatore di possedere una conoscenza di armamenti e materiali speciali dalla tecnologia sofisticata. Assicurare l’intero spettro delle operazioni speciali richiede un costate aggiornamento e scambio con le altre FS. La formazione degli operatori si è inoltre, arricchita negli anni attraverso programmi di cooperazione internazionale e moduli addestrativi congiunti con i Reparti “gemelli” di altri Paesi (Francia, Inghilterra, Spagna, Israele, Repubblica Ceca, ecc.) e attraverso una costante partecipazione degli operatori a corsi di formazione organizzati dalla NATO. Come sopra detto, la doppia natura di unità di intervento speciale di polizia e di reparto di FS, consente di valorizzare le competenze e le esperienze maturate in addestramento ed operazioni in un settore anche nell’altro.
9. Invece, com’è possibile conciliare l’imprescindibile necessità di alimentare il Reparto, con l’elevatissimo standard professionale necessario?
La ricerca dell’operatore è un impegno costante, condotto in maniera attenta ed accurata dalla Componente Addestrativa del GIS, in quanto occorre costantemente mantenere standard qualitativi di assoluta eccellenza nel processo di selezione. Data la delicatezza dei compiti che essi andranno poi a svolgere, risulta quanto mai essenziale poter disporre di operatori affidabili, equilibrati, e dotati di competenze professionali specifiche di elevatissima qualità. Immettere un operatore tra le fila del Reparto, assicurandosi che risponda agli standard richiesti, è una grande responsabilità avendo conseguenze dirette importanti sulla buona riuscita e la sicurezza della missione. L’iter di selezione è comunque soprattutto basato sulla ricerca di qualità soprattutto psico-attitudinali, morali e caratteriali, ancor prima che fisiche e tecnico tattiche. Noi ricerchiamo prima l’Uomo, colui che ha le caratteristiche umane caratteriali per essere operatore, ed intorno all’uomo plasmiamo il tecnico. Ricerchiamo uno stile di comportamento, che esigiamo egli mantenga in servizio e fuori dal servizio, fatto di grinta, determinazione, brillantezza nei processi decisionali, umiltà, lavoro di gruppo, spirito di sacrificio, capacità di sostenere lo sforzo mentale e attaccamento al gruppo.
10. Comandante, una volta raggiunta la qualifica, quali ulteriori competenze può acquisire l’operatore del G.I.S.?
Superato il corso basico, l’operatore partecipa ad ulteriori corsi di specializzazione, quali: corso di paracadutismo con la tecnica della caduta libera, tiratore scelto, specializzazione EOD-IEDD, corso ARO-ARA, Combat MEDIC, ecc. Inoltre, all’interno delle Sezioni Operative, in base alle attitudini del singolo e alle sue peculiarità, ciascun operatore ha l’opportunità di acquisire ulteriori specializzazioni, alcune di queste coperte da classifica di riservatezza, necessarie per la condotta di operazioni speciali.
11. Come viene raggiunta la capacità di operare in sinergia con altre Forze Speciali della Difesa? E a livello internazionale?
Il Reparto conduce frequentemente scambi addestrativi con molteplici reparti esteri, su diverse piattaforme internazionali e rapporti bilaterali coltivati fin dagli anni della sua costituzione. Questi scambi per noi sono un punto di forza, per confrontarci costantemente, elaborare tecniche sempre più avanzate e permettere a tutti i nostri operatori di avere esperienze professionali diversificate. Con le altre FS della Difesa conduciamo periodicamente degli scambi addestrativi e partecipiamo ad esercitazioni congiunte.
12. Comandante, facciamo un breve excursus sulle armi individuali di un operatore del G.I.S.
L’armamento individuale di un operatore risponde alle differenti esigenze operative alle quali è chiamato a rispondere ed è in continuo ammodernamento. Un elemento fondamentale è che ogni singolo operatore abbia assegnate tutte le armi necessarie in via permanente per il perfetto e costante settaggio di esse e uso per l’attività addestrativa a fuoco svolta su base quotidiana.
13. Il “Negoziatore”; figura di fondamentale importanza, che forse più di ogni altra dimostra che talvolta le parole possono essere più efficaci di un’arma. Cosa può dire a tale proposito?
Il Nucleo Negoziatori del GIS venne istituito nel 2003. Esso è costituito da operatori con spiccate capacità comunicative, particolare equilibrio psico-fisico e padronanza delle lingue straniere. Per accedere al Nucleo Negoziatori, gli operatori interessati devono superare un rigoroso iter selettivo interno, partecipare a corsi di negoziazione all’estero, in particolare quello dell’FBI negli Stati Uniti e quello di Scotland Yard in Gran Bretagna. Il Nucleo Negoziatori si occupa anche di selezionare e formare i Negoziatori di primo livello inquadrati presso i Comandi Provinciali dell’Arma territoriale. L’evoluzione della negoziazione operativa e le vite salvate attraverso di essa, dimostrano quanto le parole, quelle pronunciate ma soprattutto quelle ascoltate, hanno un valore inestimabile, provengano esse da un terrorista o da una persona in grande difficoltà.
14. Quali sono le peculiarità che differenziano il G.I.S. dalle altre Forze Speciali della Difesa?
Il Reparto possiede una duplice anima, quella militare di forza speciale e quella di polizia quale unità speciale per la condotta di operazioni speciali di polizia. Oltre agli specifici ambiti di operatività che ci distinguono, un elemento distintivo del Reparto degno di nota è senz’altro la possibilità per ciascun operatore di confrontarsi, fin dai suoi primissimi giorni, con la frequente condotta di operazioni di polizia che consentono, da subito, a tutti i componenti, di acquisire ed accrescere costantemente un bagaglio esperienziale elevato e diversificato. Altro aspetto che certamente occorre sottolineare è che la continua attività operativa viene svolta in modo organico e coeso, circostanza che permette di consolidare ed affinare sinergie operative tra le diverse aliquote d’intervento. La forza del reparto sta nel valorizzare la sua doppia natura di unità di intervento speciale di polizia e di reparto di FS, utilizzando le competenze e le esperienze maturate in un settore anche nell’altro. Ciò ci garantisce di poter rendere disponibile una capacità unica, a livello nazionale e oltre.
15. Comandante, come si è evoluta la minaccia terroristica dagli “anni di piombo” ad oggi, e con essa la capacità di affrontarla efficacemente?
La minaccia terroristica è in continua evoluzione e, allo stesso modo, il Reparto continua a adattare e riadattare le proprie tecniche di intervento ed equipaggiamento al fine di assicurare sempre risposte efficaci. Oggi, più di ieri, sfruttiamo il costante confronto tra i nostri omologhi reparti stranieri per affinare gli strumenti a nostra disposizione.
16. Invece, il G.I.S. visto come una delle pedine strategiche della Difesa, impiegato nelle missioni all’estero: cosa può dirci a riguardo?
Nell’ambito delle missioni all’estero sotto egida del COFS, il GIS fornisce le proprie capacità di nicchia concorrendo alla costituzione degli assetti land o maritime a guida del 9° Rgt d’assalto Col Moschin o del GOI della Marina Militare, reparti verso i quali il GIS nutre una profonda stima. Penso che il GIS sia particolarmente utile ove impiegato nelle sue peculiari capacità che sono quelle della condotta delle Hostage Rescue Operation e di Cattura Terroristi nonché nelle attività non convenzionali, ove la sua doppia anima di carabiniere e incursore al meglio emerge. Nell’ambito degli impieghi all’estero sotto egida dell’Arma dei Carabinieri, anche lì, il reparto continua ad assicurare la sua elevatissima professionalità, al servizio dei carabinieri delle altre organizzazioni dell’Arma.
17. Signor Capitano, l’operatore è prima di tutto un uomo; l’aspetto umano appunto, quanto è importante? E quanto questo aspetto incide a livello di capacità di operare all’interno di un gruppo?
L’aspetto umano è al centro di tutto, dalla selezione, alla formazione e al mantenimento delle capacità operative. L’operatore del GIS deve assicurare un equilibrio psicofisico elevato in ogni situazione, soprattutto in condizioni di stress. Non ricerchiamo atleti o “rambo”, ma uomini equilibrati che sappiano svolgere il loro compito con determinazione e senza margini di errore, consapevoli del loro incarico e in grado di interagire e dialogare all’interno del Gruppo per il perseguimento degli obiettivi istituzionali. Questo equilibrio non può prescindere dal sostegno che gli operatori ricevono dalle proprie famiglie dalle quali, molto spesso, per ragioni di servizio, sono lontani. Quando penso ai miei operatori, penso sì a dei militari, ma anche a dei padri di famiglia, dotati di forza interiore, autocontrollo e capacità di risoluzione dei problemi, penso a degli uomini che mettono la propria vita al servizio dello Stato con abnegazione e senso di responsabilità. Penso a uomini che hanno rispetto per le decine di migliaia di Carabinieri che ogni giorno, per strada, fanno il loro dovere, come lo fa l’Operatore del GIS, pur in contesti, di norma, a maggior rischio fisico.
18. Le propongo ora una “Vision” sul Reparto; a suo avviso come si evolverà il G.I.S. in funzione delle nuove tipologie di minacce e nuovi scenari operativi?
Secondo me, penso che la maggior sfida per un reparto come il GIS sia quella di rimanere ciò che è diventato negli anni, non disperdendo gli ideali e i valori che ogni giorno hanno motivato gli operatori che si sono succeduti nel tempo tra queste fila. L’aspetto tecnico tattico, di conseguenza, seguirà. Infatti, la minaccia è più che mai ibrida, spregiudicata, dinamica, fluida. Ma la sana irrequietezza operativa, che ci porta a mai accontentarci del risultato raggiunto e che sempre ci spinge a superare il limite, ogni giorno di quel centimetro in più, ci aiuti ad essere pronti ad affrontare oggi e in futuro i nuovi scenari operativi.
19. Infine, Comandante, ricollegandomi al motto “In Singuli Virtute Aciei Vis” cosa significa essere un Operatore del Gruppo Intervento Speciale dell’Arma dei Carabinieri?
Come ho avuto modo di illustrare nelle risposte precedenti, il Reparto è un insieme di operatori, di uomini, ciascuno con le proprie qualità umane e professionali. Così come è fondamentale selezionare, formare e tenere costantemente aggiornato un operatore affinché possa acquisire ed alimentare competenze e capacità come singolo, è altrettanto essenziale che ciascuno di noi apporti all’interno del Gruppo la sua peculiarità, la sua specificità. Ogni intervento è come il risultato di un meccanismo con tanti ingranaggi e questi, affinché l’apparecchio funzioni alla perfezione, devono potersi e volersi muovere all’unisono, con fiducia, rispetto e valore. Perciò, essere un operatore del GIS significa essere un uomo e un Carabiniere, consapevole delle proprie eccellenti qualità ma che per sentirsi veramente speciale deve sapersi integrare quotidianamente nel Gruppo nel quale, in ultima analisi, risiede la vera forza di questo reparto. Non a caso il nostro motto è “In Singuli Virtute Aciei Vis”
Ringraziamenti
Desidero infine ringraziare Stato Maggiore Difesa e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri per aver autorizzato l’intervista. Il Comandante di Aliquota operativa per la disponibilità e cortesia.
Testo e immagini: GIS Arma dei Carabinieri
Testo: Stefano – Airholic.it