3° REOS: la componente elicotteri dell’Esercito Italiano per il supporto alle Operazioni Speciali
Introduzione
Il 3° Reggimento Elicotteri Operazioni Speciali “Aldebaran” (REOS) nasce nel novembre 2014 a Viterbo presso l’aeroporto “Fabbri” ed è posto alle dirette dipendenze del Comandante dell’AVES, creando in questo modo, una catena di comando snella e diretta. L’unità, unica nel suo genere, possiede la capacità di supportare operativamente, le Operazioni Speciali nella terza dimensione.
Per assolvere tale compito il personale è specificatamente formato, addestrato ed equipaggiato.
Nel prosieguo dell’articolo vedremo come il Progetto REOS si sta sviluppando attualmente, cosa significa supportare le Operazioni Speciali nella terza dimensione e le peculiari capacità necessarie.
Il 3° REOS: dalla costituzione ad oggi
Per comprendere la complessità del Reggimento occorre necessariamente partire “da lontano”. Dal 1999, lo Stato Maggiore dell’Esercito individua un’esigenza operativa per la costituzione di un Reparto di elicotteri da impiegare a supporto delle Operazioni Speciali. Già nei primi documenti dello SME, è interessante notare come venivano posti i cardini delle peculiarità dell’allora 26° Reparto Elicotteri Operazioni Speciali (26° REOS). Si parla infatti della necessità di dotare il personale di “una preparazione tecnica di altissimo livello”, specialmente quella riferita al volo notturno a bassa quota; allo stesso tempo, gli equipaggi devono essere anche addestrati a muovere a terra in ambiente ostile. Ciò postula una severa selezione ma anche la disponibilità psicologica a un tipo di addestramento che esula dai canoni comuni. Pertanto, la ricerca del personale è su base volontaria.
Su questi principi, quale prima soluzione all’esigenza, il 4 novembre 2002, viene costituito appunto il 26° Reparto Elicotteri Operazioni Speciali “Giove”, dalla fusione del 26° Gruppo Squadroni “Giove” e del 51° Gruppo Squadroni “Leone”, nel quale peraltro era confluito il 39° Gruppo Squadroni “Drago” all’atto dello scioglimento deciso dal Raggruppamento Unità Difesa (R.U.D.). Il 26° REOS, inquadrato nel 1° Reggimento AVES “Antares”, negli anni dal 2002 al 2014, traccia un eccezionale percorso di servizio, guadagnando sul campo un impareggiabile bagaglio di esperienza nell’impiego in Operazioni Speciali reali. In seguito, si è sentita l’esigenza di adeguarne la struttura organizzativa al nuovo quadro di riferimento che si andava delineando a livello Forza Armata e Difesa.
In particolare, nell’ambito di un progetto dello Stato Maggiore dell’Esercito relativo alla riorganizzazione del comparto Forze Speciali dell’Esercito Italiano, il Reparto viene elevato al rango di Reggimento. Ciò allo scopo di renderlo in grado di esprimere un supporto più aderente alle Forze Speciali e, nello specifico, di schierare in operazione fino ad uno “Special Operations Air Task Group”, dotato di capacità autonoma di Comando e Controllo e logistica di più pedine operative, anche di provenienza interforze e/o internazionale, nell’ambito delle attività di “Supporto Aereo alle Operazioni Speciali” – SAOS. Tale progetto ambizioso fu posto nelle mani dell’allora Colonnello Andrea Di Stasio, successivamente primo Comandante del nuovo 3° Reggimento Elicotteri per Operazioni Speciali “Aldebaran”.
Il 3° REOS viene quindi costituito il 10 novembre 2014 a Viterbo presso l’aeroporto “Fabbri”, ereditando il nome e la bandiera di guerra del 3° Reggimento AVES “Aldebaran” di Bresso (Milano), disciolto il 1° settembre 1998.
Il 19 novembre 2014, la Bandiera di Guerra, custodita presso il Sacrario delle Bandiere al Vittoriano di Roma, viene trasportata in volo dal Comandante di Reggimento pro tempore, oggi Generale di Divisione Andrea Di Stasio, Comandante l’Aviazione dell’Esercito, e accolta a Viterbo con i massimi onori.
Struttura del Reggimento
La struttura del Reggimento si basa su un Comando composto da articolazioni di staff con capacità di C2 speciali, e su due pedine di livello Gruppo Squadroni, ovvero il 26º Gruppo Squadroni Elicotteri Operazioni Speciali “Giove” e il Gruppo Squadroni di Sostegno.
Di rilievo, inoltre, la creazione di un Centro Formazione Equipaggi Avanzata che, grazie alla presenza di personale istruttore di Specialità AVES e di operatori OS (Operazioni Speciali) effettivi al Reparto, risponde alla necessità di selezionare, formare e addestrare gli equipaggi di volo sia per l’acquisizione della qualifica di “Equipaggio di Volo per Operazioni Speciali”, sia per le attività attinenti alla capacità di “Personnel Recovery Avanzato”.
Missione
Il REOS è la componente elicotteri dell’Esercito Italiano per il supporto alle Operazioni Speciali. Come parte integrante del Comparto Operazioni Speciali della Difesa e della Forza Armata, la sua missione principale è costituita dalle cosiddette attività di Supporto Aereo alle Operazioni Speciali (SAOS).
In particolare, la missione del Reggimento è stata assegnata dal Sig. Capo di SMD nel 2016 ed è così definita: “Il 3° Rgt. Elicotteri Operazioni Speciali (REOS) “Aldebaran” è il Reparto dell’Aviazione dell’Esercito, composto da personale specificatamente formato, particolarmente addestrato ed equipaggiato per assicurare, prioritariamente nell’ambito delle Operazioni Speciali, un’adeguata capacità di manovra nella 3ᵃ dimensione, al fine di supportare le attività militari della Componente terrestre e/o interforze, ovvero contribuire a conseguire obiettivi militari di rilevanza politico-militare, strategico-militare o del livello operativo per la tutela degli interessi nazionali, in ogni contesto operativo”.
Il REOS, quindi, partecipa alle attività addestrative e operative della Specialità, nonché a quelle che fanno capo al COFS (Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali) e al COMFOSE, (Comando delle Forze Speciali dell’Esercito), contribuendo con il proprio personale alle operazioni in Patria e all’estero, ai piani di contingenza ad elevata prontezza e concorrendo allo specifico addestramento del cosiddetto “Comparto Operazioni Speciali della Difesa”. In sintesi, quotidianamente il REOS, con le sue tre linee di volo (HH-412A, UH-90A e CH-47F), nell’ambito dei Compiti Militari derivanti dalla 1^ e 2^ Missione delle Forze Armate[1], partecipa ai più importanti piani di contingenza nazionali e dell’Alleanza, con pacchetti a elevata prontezza, per supportare le operazioni delle unità del Comparto Operazioni Speciali sul territorio nazionale e/o fuori dai confini nazionali (incluse attività specifiche di antiterrorismo). Nell’ambito della 3^ Missione partecipa alle attività operative e addestrative dell’Aviazione dell’Esercito con propri equipaggi nei diversi Teatri, ove richiesto dal Comando superiore. In particolare, è in grado di assolvere i compiti delle unità aeree multiruolo convenzionali in condizioni di alto rischio, laddove non sia possibile l’impiego delle stesse. Nell’ambito della 4^ Missione, partecipa alle attività a supporto della popolazione civile, tra le quali spiccano, ogni anno, i numerosi interventi nella campagna Antincendio Boschivo (AIB) nazionale, nella quale il REOS assicura il contributo della Forza Armata nel Centro Italia.
Più in generale, soprattutto, il REOS si addestra quotidianamente al fianco dei distaccamenti operativi delle Forze Speciali.
Le tre linee di elicotteri in dotazione al Reggimento
Gli elicotteri delle tre linee e i loro equipaggi sono assegnati ai rispettivi Squadroni del 26° “Giove”, il Gruppo di volo, e si chiamano, rispettivamente: Squadrone ESC/LUH REOS, attualmente equipaggiato su HH-412A, Squadrone ETT REOS, su UH-90A e Squadrone ETM REOS, su CH-47F. Le tre flotte hanno capacità peculiari che si integrano a vicenda garantendo un ventaglio ampio di opzioni e flessibilità in sede di pianificazione per poter predisporre di uno strumento idoneo a rispondere al meglio ai compiti ricevuti. Peraltro, gli equipaggi REOS, essendo addestrati ad operare con linee eterogenee, dimostrano una peculiare confidenza con le cosiddette “Dissimilar Formation” (volo in formazione con elicotteri diversi) e, in linea generale, alle operazioni condotte con impiego simultaneo di più linee; ciò costituisce un grosso vantaggio rispetto a gruppi convenzionali monolinea.
Non è un caso che la più nota unità di volo dedicata alle Operazioni Speciali, il 160° “Special Operations Aviation Regiment” americano, abbia in linea di volo delle flotte paragonabili.
L’HH412 (o AB 412) risulta essere ancora una macchina con buona valenza operativa, soprattutto per la sagoma ridotta rispetto alle altre due flotte; il suo impiego oggi, quindi, è ipotizzabile soprattutto per ricognizioni e interventi in aree urbane. Essendo una flotta cosiddetta “Legacy”, essa è destinata a essere sostituita, anche al REOS, dagli elicotteri del programma LUH (Light Utility Helicopter) che, come noto, ha l’obiettivo di cambiare progressivamente diversi modelli in servizio ormai da tempo (A-109, AB-206, AB-205, AB-212 e AB-412) razionalizzando le attuali linee operative.
Manutenzione degli aeromobili
L’aspetto della manutenzione degli aeromobili, per un’unità come il 3° REOS, che deve esprimere anche fuori dai confini nazionali elevati standard operativi, rappresenta sicuramente un fattore, anche e non solo per l’eterogeneità della flotta. Di seguito vedremo schematicamente, come viene realizzata.
Iniziamo dal HH-412A. È l’elicottero presente da più tempo nella flotta del 3° REOS. Il personale, dello squadrone di mantenimento elicotteri esegue su questa macchina ispezioni programmate e non programmate di primo livello tecnico ovvero, fino all’ispezione intermedia 100 ore che viene eseguita ogni 100 ore di volo o dodici mesi.
Per quanto riguarda le ispezioni di secondo livello tecnico il riferimento è il Polo Tecnico Logistico che nel caso specifico è il 1° Reggimento Sostegno Aviazione dell’Esercito “Idra” di Bracciano che esegue ispezioni più invasive, le cosiddette ispezioni maggiori, che vengono effettuate ogni 1200 ore e/o otto anni.
Per quanto riguarda l’UH-90A vengono eseguite ispezioni primo livello tecnico; ovvero ispezioni a uno, due, tre, quattro, cinque anni e/o ispezioni a 50, 100, 150 ore. Per le ispezioni di secondo livello tecnico, il riferimento è il Polo Tecnico Logistico rappresentato dal 2° Reggimento Sostegno Aviazione dell’Esercito “Orione” di Bologna. Le ispezioni di secondo livello tecnico vengono effettuate a 600 ore, 900 ore e/o a sei anni.
Tuttavia, in casi particolari il personale manutentore del REOS, possiede la capacità di effettuare anche ispezioni di secondo livello tecnico grazie al know how acquisito (l’UH-90A è in linea dal 2008) e all’assistenza e interscambio conoscitivo tra il REOS, il Polo Tecnico Logistico e la Ditta.
Per quanto riguarda il CH-47F, vengono effettuate ispezioni di primo livello tecnico come per le altre flotte, in particolare a 25 e 50 ore. Per le ispezioni di secondo livello tecnico, il riferimento è rappresentato dal 4° Gruppo Squadroni Sostegno Aviazione dell’Esercito “Scorpione” di Viterbo. Sono interventi maggiormente invasivi e vengono effettuati a scadenza di 200 ore e 400 ore.
Il personale dello squadrone di mantenimento elicotteri possiede la capacità e peculiarità di essere interscambiabile tra le tre linee.
Questa interscambiabilità si ottiene attraverso un complesso iter addestrativo.
Infatti, una volta conseguito il brevetto da Specialista di Elicotteri e assegnato al Reparto, il personale segue dei corsi di abilitazione presso i Centri di Formazione equipaggi. In base poi alle esigenze di reparto individuate dal Comando, il personale sarà dirottato ad operare su una delle tre linee di elicotteri.
Il corso di qualifica e abilitazione si compone di una parte teorica e una parte pratica della durata di cinque/otto settimane in base alla tipologia di macchina. Durante la fase di on job – training, della durata di otto/dodici settimane, il personale eseguirà prima dei task manutentivi al termine dei quali vi sarà l’esame di abilitazione sulla macchina.
Il personale deve comunque mantenersi sempre aggiornato anche sugli aeromobili sui quali non opera specificatamente. Per questo motivo dovrà seguire degli aggiornamenti tecnici per ottenere nuovamente la qualifica.
Il REOS è qualificato, in ambito NATO quale Special Operations Air Task Group (SOATG)
Secondo la Dottrina NATO delle Operazioni Speciali, nella struttura di Comando e Controllo (C2) stabilita per una specifica operazione, il compito di supportare il Comando di Componente dedicato alle Operazioni Speciali, denominato “Special Operations Component Command” (SOCC), garantendo la Manovra nella e dalla Terza Dimensione, viene devoluto a uno Special Operations Air Task Group, che conduce le cosiddette “Special Air Operations” (ovvero le attività di “Supporto Aereo alle Operazioni Speciali” -SAOS- nella Dottrina interforze italiana). Infatti, il REOS è stato qualificato proprio dal COFS, in qualità di SOCC certificato NATO.
La missione primaria di un SOATG, che si materializza sul terreno in un comando del livello tattico, si traduce quindi nel pianificare e condurre attività di supporto alle Operazioni Speciali, fornendo soprattutto capacità di manovra attraverso TTP (Tactics, Techniques, Procedures) peculiari in fase di inserzione/estrazione con assetti ad ala rotante, fissa o “tilt-rotor”, ma anche attività quali “close air support” (CAS), “close-combat attack” (CCA), “air-to-air refuelling” (AAR), operazioni “forward arming and refuelling point” (FARP), “air-land integration” (ALI), “intelligence, surveillance, and reconnaissance” (ISR), and “Personnel Recovery” (PR) per le Forze Speciali. Per assolvere a tali compiti, il SOATG si basa su unità dedicate alle “Special Air Operations”, le cosiddette SOATU (Special Operations Air Task Unit); queste di solito provengono da un Reparto che fornisce il “framework”. Inoltre, riceve in concorso unità aeree convenzionali, definite SATU (Support Air Task Unit), quali potrebbero essere, per esempio, un’unità di elicotteri di attacco o di aerei da trasporto. A completamento, riceve personale altamente specializzato, per la struttura di C2.
Essere validati come SOATG significa possedere quindi una capacità autonoma di comando e controllo e supporto logistico non solo dei propri assetti, ma anche delle unità specializzate e/o convenzionali di volo assegnate nell’ambito di un’Operazione Speciale, che potrebbero essere Joint (interforze) e/o Combined (multinazionali).
Il supporto alle Operazioni Speciali nella terza dimensione
Le attività di “Supporto Aereo alle Operazioni Speciali” sono essenziali per le Operazioni Speciali stesse. La Dottrina delle OS enfatizza il concetto di “Superiorità Relativa” quale condizione necessaria per il successo di queste operazioni. In questo senso, i distaccamenti di Forze Speciali, composti da numeri limitati di operatori per definizione, possono raggiungere e mantenere tale superiorità solo per breve tempo, nella maggior parte dei casi, grazie al supporto (mobilità speciale, fuoco, ISR, resupply, MedEvec, PR avanzato, ecc.) fornito dagli assetti aerei dedicati e alla sorpresa. Una Helicopter Assault Force che inserisce tramite “Fast Rope” degli operatori a contatto col nemico nella completa oscurità, con una precisione al minuto, evitando la minaccia, non sta semplicemente trasportando delle forze: sta raggiungendo la Superiorità Relativa, che poi potrà essere mantenuta, ad esempio, garantendo il supporto di fuoco tramite le armi degli elicotteri d’attacco delle DSATU, tramite helisniping o con le armi di bordo come la M134 o la M3M.
Altro fattore fondamentale nelle Operazioni Speciali è il “morale”. Dopo anni di operazioni e addestramento vissuti fianco a fianco nel Comparto Operazioni Speciali, gli operatori si fidano degli equipaggi REOS; sanno che possono contare su di loro e questo costituisce un oggettivo vantaggio per il morale.
Selezione e addestramento per piloti, specialisti e mitraglieri di bordo OS
Il REOS è un “modo di essere” e nasce da un’idea ben precisa: essere aderenti alle esigenze dei soldati che affrontano il più elevato livello di rischio possibile.
Quindi, l’impiego nel Reparto richiede il possesso, da parte degli equipaggi di volo, di un “mindset” appropriato, ovvero di un modo di approcciarsi al problema operativo che sia esattamente quello comune all’intero Comparto OS; oltre che di peculiari capacità e competenze nell’ambito della pianificazione e nella condotta di operazioni di Supporto Aereo alle Operazioni Speciali, nonché nelle tecniche di sopravvivenza, fuga e comportamento in caso di cattura. Infatti, gli scenari di condotta delle OS richiedono una specifica capacità di affrontare l’eventualità della cattura da parte di “entità” ostili. Peraltro, il personale del REOS può essere impiegato anche con tempi di preavviso brevissimi, quindi deve acquisire peculiari capacità di impiego, sia a livello individuale, sia e soprattutto a livello di equipaggio e di team di Personnel Recovery.
Più in generale, il supporto alle OS necessita, come detto, della migliore sinergia possibile con i reparti FS, a partire dalle fasi di pianificazione fino alla condotta, attraverso l’accurata conoscenza delle specifiche procedure di pianificazione tipiche delle OS. Al fine di raggiungere, quindi, l’abilitazione di base per poter operare nell’ambito del Reparto, viene svolto il Corso per “Equipaggi di volo per OS” detto anche “EVOS”, che ha una durata di nove settimane ed è rispondente sia alla nuova direttiva di Forza Armata sugli iter degli operatori delle Forze Speciali, sia alla Direttiva EVOS dello Stato Maggiore della Difesa, che tra l’altro ha istituito nuovi standard di riferimento per tutte le Forze Armate e un distintivo di merito ad hoc. Il corso si sviluppa su tre moduli: Ground (che comprende una parte Conduct After Capture – CAC – in contesto OS), Pianificazione Integrata e Volo.
In tale contesto, il REOS è stato il Reparto precursore, dato che dal 2002 svolge questi tipi di corsi, prima col nome di “Corso REOS”, poi “OBOS”, adesso “EVOS”, secondo la nuova dottrina interforze che è stata ispirata proprio all’iter REOS. Per noi la selezione e la formazione specifica, infatti, sono sempre stati un concetto fondante.
Ovviamente, al di là del corso, gli equipaggi raggiungono solo in seguito, grazie a un lungo percorso all’interno del Reparto, la capacità di operare efficacemente negli scenari più complessi.
In aggiunta a questo corso, i Mitraglieri di Bordo OS, che sono membri effettivi dell’equipaggio di volo, seguiranno un iter specifico, nell’ambito della cosiddetta capacità di “Personnel Recovery Avanzato” che il REOS sta sviluppando su ordine dello Stato Maggiore. Questo personale, infatti, previo conseguimento dell’idoneità di volo e del brevetto di “Paracadutista Militare”, dovrà acquisire la capacità di pianificare e condurre, in autonomia o congiuntamente alle altre unità del Comparto OS, attività di Personnel Recovery in scenari di impiego delle OS, anche attraverso l’acquisizione di ulteriori qualifiche (soccorritore militare, capacità di impiego al verricello, fast rope, rappel, tiratore scelto, ecc.).
Per quanto riguarda la selezione e l’accesso al REOS, per i piloti, gli ufficiali tecnici e tecnici di aeromobile, essa avviene tramite la partecipazione alla “Ricerca di Personale” nell’ambito dell’Aviazione dell’Esercito, sulla base dei requisiti delineati dal 3° REOS. Per i Mitraglieri di Bordo OS, l’accesso è rivolto sia ai Graduati (VSP), prioritariamente a quelli già in possesso del brevetto di “Paracadutista Militare” tramite ricerca di personale, sia ai VFP4 in “prima assegnazione”.
Condotta di missione “Full Spectrum” in ambito OS: addestramento con le Forze Speciali della Difesa.
Questo punto rappresenta l’essenza dei Reparti di volo dedicati/orientati alle OS. L’amalgama è di fondamentale importanza, in quanto le Unità di volo per OS vengono addestrate e impiegate con il Comparto Operazioni Speciali delle Difesa. Deve essere infatti chiaro che le attività SAOS non sono speciali per la tipologia di assetti in dotazione, né per le tecniche e tattiche di volo utilizzate, che pure sono peculiari, ma soprattutto per l’integrazione e la sinergia con le Unità del Comparto e per il mindset, come accennavo in precedenza, tramite il quale gli equipaggi di volo assicurano un supporto così aderente e specialistico alle necessità del Comparto, anche in contesti operativi “incerti” od “ostili”.
Allo scopo di ottenere questa amalgama, ci si addestra congiuntamente ai Reparti FS della Difesa per mantenere e sviluppare capacità specifiche, come l’interdizione di veicoli o le capacità di trasporto specialistiche, in particolare tramite TTP di inserzione ed estrazione di unità FS in ogni ambiente operativo (“Hot & high”, terreni innevati, aree desertiche e/o sabbiose, specchi d’acqua, aree urbanizzate, ecc.), in condizioni “ognitempo”, soprattutto ricorrendo a tecniche peculiari quali “fast rope”, recupero al grappolo, “rappel”, biscaglina, “helo-cast”, inserzione/estrazione di battelli RHIB o mezzi subacquei speciali, inserzione a mezzo aviolancio TCL.
In queste attività addestrative, si perseguono i principi delle Operazioni Speciali da applicare in fase di pianificazione e condotta, ovvero Semplicità, Sicurezza, Rehearsal, Sorpresa, Velocità e Condivisione dello Scopo.
L’obiettivo, già dichiarato, è di essere al passo dei migliori della Difesa.
Il REOS in un contesto “Joint & Combined”
Il REOS fin dalla costituzione ha instaurato solide relazioni e ha operato con i reparti FS e con i reparti di volo per OS dell’intera Difesa; lo stesso impiego di assetti REOS in un SOATG è ipotizzabile esclusivamente in chiave interforze (e multinazionale).
L’addestramento alle operazioni complesse in ambito interforze è quindi di capitale importanza per il Reggimento che svolge con regolarità le esercitazioni del COFS quali i FIT (Force Integration Training), “Notte Scura” e “Gazza Ladra”. Queste esercitazioni rappresentano il “climax” a livello addestrativo per gli equipaggi di volo di entrambi i Gruppi (“Giove” e di Sostegno), che operano fianco a fianco con gli operatori FS e con paritetici Reparti di volo della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare, incrementando la conoscenza reciproca, l’amalgama e il bagaglio professionale. I FIT che ho citato sopra, peraltro, sono dedicati proprio all’integrazione con questi ultimi, ovvero con il Reparto Eliassalto del 1° Gruppo Elicotteri e con il 9° Stormo.
Per quanto riguarda l’aspetto “Combined”, equipaggi REOS sono stati schierati per quasi due decenni all’estero nell’ambito delle diverse operazioni e posseggono quindi l’esperienza necessaria a operare in un contesto multinazionale.
Attività addestrativa
Al fine di documentare le capacità del personale del 3° REOS ho avuto la possibilità di partecipare ad una missione di addestramento che ha coinvolto equipaggi di UH-90A e CH-47F.
Per quanto riguarda l’equipaggio dell’ UH-90A l’addestramento è stato prioritariamente rivolto ai mitraglieri di bordo OS mentre l’equipaggio del CH-47F era a supporto di operatori in addestramento sulla tecnica di inserzione “fast rope” ed estrazione a “grappolo”.
Pertanto, dopo il decollo, ci siamo diretti verso una zona boschiva al confine tra Lazio e Toscana, dove gli operatori a bordo del CH-47F hanno iniziato l’attività di fast-rope. Una volta rilasciati gli operatori l’elicottero si è ripetutamente allontanato dalla zona per poi ritornare per esfiltrazioni successive, ultima delle quali “a grappolo”.
La tecnica FRIES (Fast Rope Insertion and Extraction System) permette l’inserzione di personale attraverso una corda denominata “canapone” e l’estrazione dello stesso, tramite un canapone dotato di anelli alle estremità ai quali si vincolano gli operatori (da cui “grappolo”).
La seconda parte dell’attività ha riguardato specificatamente l’equipaggio dell’ UH-90A e in particolare i mitraglieri di bordo OS, i quali hanno svolto un addestramento su attività peculiari.
La zona di esercitazione questa volta è il lago di Bolsena.
Vision
Al termine della visita al REOS, mettendo a sistema quanto visto e sentito qui con la letteratura di settore ci siamo chiesti: come potrebbe evolvere e come potrebbe essere impiegato il REOS nel breve-medio-lungo termine, in funzione dei nuovi scenari operativi?
Partiamo da una premessa che ci sembra scontata: il REOS rimarrà attualissimo, in ragione del fatto che non può esistere un ventaglio credibile di opzioni strategiche di intervento per il decisore politico che prevedano l’impiego di FS se non supportate da Reparti di volo per OS.
Parlando di nuovi scenari operativi, occorre selezionare quelli più probabili, che variano a seconda degli analisti. La dottrina britannica, molto fruibile, prevede le cosiddette “5C” per descrivere i futuri campi di battaglia: “congested, cluttered, contested, connected and constrained” ovvero scenari congestionati, caotici, con elevate probabilità di confronto, interconnessi e con oggettivi limiti all’uso della forza da parte delle forze amiche.
In questi scenari, l’obiettivo capacitivo generale dello strumento militare terrestre, al quale il REOS appartiene, rimane quello di essere in grado di fronteggiare una qualsiasi combinazione di minacce (simmetrica, asimmetrica e ibrida).
Per un’Unità come il REOS, che opera istituzionalmente in situazioni ad alto rischio fisico e politico, soprattutto in merito alla minaccia simmetrica (ma anche per le altre due, in misura minore), pur considerata nell’ambito della Difesa Collettiva della NATO, sarà cruciale, ad esempio, valutare nel lungo termine l’influenza delle nuove tecnologie strettamente connesse alla Manovra nella Terza Dimensione, quali gli aeromobili a pilotaggio remoto o senza pilota, gli sciami e le tecnologie Anti-Access/Area Denial (A2/AD), che necessariamente potrebbero proliferare, andando a inficiare la nostra libertà di manovra.
Con questa premessa, come accennato dal Colonnello Bolla, ci sembra che nel breve/medio termine la prima novità per il REOS sarà l’acquisizione del nuovo LUH che andrà a sostituire l’HH-412A. In questo senso, per quanto sentito finora, è ragionevole supporre che sarà un compito precipuo del Reggimento sviluppare TTP di impiego specifiche per OS per l’LUH, ad esempio in ambito Urban Warfare.
Ancora, nel breve-medio periodo, è verosimile che equipaggi REOS possano essere inviati nei Teatri operativi a condurre attività di Military Assistance su capacità specifiche quali le SAOS, a similitudine di quanto fatto in Patria a supporto delle Qatar Emiri Armed Forces (QEAF) per la formazione del personale qatariota aeronavigante su UH-90 nella versione Tactical Transport Helicopter (TTH). Inoltre, è molto probabile, a livello Difesa, che i tempi siamo maturi per l’impiego di un SOATG reale.
Nel lungo termine, a livello organizzativo, visto quanto sottolineato dal comandante del REOS sulla natura intrinsecamente interforze delle Operazioni Speciali, sembra auspicabile che i Reparti di volo per OS nel lungo periodo vengano unificati o quanto meno posti sotto un’unica dipendenza, visto che la capacità SAOS appare credibile solo su scala interforze. Il passo successivo sarebbe di rendere tale capacità disponibile anche a livello interagenzia, per valorizzare le ingenti risorse impiegate aprendole ad ambiti esterni alla Difesa.
In termini di piattaforme e sistemi ci chiediamo se non sia il momento giusto per tornare a parlare dell’acquisizione del CH Extended Range. Su un orizzonte successivo, appare inevitabile, in una cornice di cooperazione con i programmi di Paesi alleati quali il Future Vertical Lift, che il REOS si doti di aeromobili delle prossime generazioni atti a garantire capacità di penetrazione in profondità dei dispositivi difensivi avversari attraverso caratteristiche di elevata autonomia e velocità (ben superiori ai 200 nodi, anche con innovative forme di propulsione), eccellente manovrabilità, capacità di sopravvivenza adeguata al livello del rischio, magari tramite tecnologie “stealth”, di autoprotezione e “threat and obstacle avoidance”, con sistemi di bordo che garantiscano la massima connettività e Situational Awareness.
Troviamo inoltre che sarebbe utilissimo per il Reparto seguire l’evoluzione del FVL programma a similitudine del 160° “Special Operations Aviation Regiment” americano.
Sarebbe utile aggiungere al Reparto una linea di Light Attack Aircraft, che hanno dimostrato di essere eccezionalmente competitivi con gli elicotteri di attacco su tutti i campi: autonomia, velocità, carico utile, costi di acquisizione e manutenzione, economia per la formazione.
Infine, una “proposta”: perché non trasferire il REOS nella stessa sede/area dei reparti FS, quale unica via per garantire in via definitiva l’amalgama e la gestione efficiente delle risorse, a partire dalle ore volo?
Ringraziamenti
Desidero infine ringraziare Stato Maggiore Esercito e il Comando AVES per aver autorizzato l’attività. Il Comandante del 3° REOS, il Col. L. Bolla per la disponibilità e cortesia; tutto il personale del Reggimento per l’accoglienza e collaborazione.
Testo e immagini: Stefano
[1] La 1^ Missione consiste nella difesa dello Stato; la 2^ Missione è la “difesa degli spazi euro-atlantici ed euro-mediterranei”; la 3^ Missione si sostanzia nel contributo alla realizzazione della pace e della sicurezza internazionali; la 4^ Missione si traduce nel concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni e nel concorso in circostanze di pubblica calamità e straordinaria necessità e urgenza.