Il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”

1° reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania"

Tabella dei Contenuti

Introduzione

Il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” è un’unità ad altissima connotazione specialistica dell’Arma dei Carabinieri, che ha partecipato a tutte le più importanti missioni “fuori area” nelle quali sono state impegnate le Forze Armate italiane.

Inoltre, al Reggimento è stata affidata anche la sicurezza delle sedi Diplomatiche italiane all’estero, nelle aree dove il rischio è più elevato.

Nel prosieguo approfondiremo diversi aspetti riguardanti il “Tuscania”: i compiti, l’iter per entrare a farne parte, il recente ingresso nel Comparto FS e molto altro.

Cenni storici

Le radici del paracadutismo italiano trovano come primo territorio la Libia e come figura di riferimento Italo Balbo.

La formazione del primo reggimento di paracadutisti vide al suo interno uno dei tre battaglioni costituito esclusivamente da soli carabinieri reali. Questa situazione, eccezionale, fu espressamente voluta dalla figura del Gen. C.A. Riccardo Moizo, primo tra gli aviatori italiani, all’epoca comandante generale dell’Arma.

Ad un anno dalla costituzione del 1° battaglione paracadutisti carabinieri reali, nel corso del quale si registrarono diversi feriti e tre caduti, il reparto venne schierato nel luglio 1941 in Africa Settentrionale. Nei primi mesi di campagna militare il ruolo dei carabinieri paracadutisti fu quello di contrastare le incursioni dei commandos inglesi. In una di queste circostanze il 19 novembre 1941 vennero catturati 5 uomini dello S.B.S. che avevano cercato di rendere inattiva una linea telefonica e colpire il comando ove si riteneva essere Rommel.

A metà dicembre 1941 il generale Rommel affidò al maggiore Alessi, comandante dei carabinieri reali paracadutisti, una missione delicatissima. Coprire la ritirata delle truppe italo tedesche che attraverso il ripiegamento sulla via litoranea dovevano sfuggire alla pressione della VII Armata inglese. Nonostante l’inferiorità numerica per uomini e mezzi i carabinieri paracadutisti portarono a termine la missione, pagando un caro prezzo, solo un quarto degli uomini riuscì a ripiegare nelle linee amiche. Per tale sacrificio il 14 luglio 1964 la bandiera dell’Arma sarà decorata di medaglia d’argento al valore.
L’epilogo della campagna d’Africa produsse lo scioglimento del 1° battaglione paracadutisti carabinieri reali. Poi a cavallo tra il 1942 e 1943, a seguito della costituzione delle divisioni Folgore e Nembo, vennero create le sezioni carabinieri paracadutisti 185^ e 314^ addette alle già menzionate divisioni.

Queste piccole unità, formate da circa 30 carabinieri reali paracadutisti, per la maggior parte reduci del 1° battaglione, seguirono le sorti della Folgore ad El Alamein e della Nembo nel travagliato periodo dell’Armistizio. Proprio dopo l’8 settembre 1943 la 314^ sezione carabinieri paracadutisti svolse un ruolo determinante per evitare lo sbandamento dei militari italiani della Divisione Nembo. L’operato della 314^ sezione proseguì nella lotta di liberazione ai nazi fascisti, al seguito del Gruppo combattimento Folgore. Ma il contributo alla lotta di liberazione non si limitò agli uomini della 314^ sezione; infatti, diversi carabinieri paracadutisti in modo autonomo aderirono a diverse formazioni clandestine di liberazione, un esempio tra tutti Magg. Edoardo Alessi ucciso a Sondrio tra il 25 e 26 aprile 1945.
Conclusa la guerra nel 1951 venne rifondato una prima unità di carabinieri paracadutisti denominato Reparto Carabinieri Paracadutisti. 

Il 5 marzo 1958 il reparto venne trasferito da Viterbo a Livorno, da qui per un breve periodo fu a Pisa per poi ritornare a Livorno.
Con la nascita della Brigata Folgore, nel 1963 si registrarono una serie di importanti cambiamenti che videro, il reparto prima elevato a Compagnia Carabinieri paracadutisti e poi Battaglione il 15 luglio 1963. In questa fase l’impiego fu nel contrasto al terrorismo altoatesino. Il 25 giugno 1967 decedeva, vittima di una imboscata, il capitano paracadutista Francesco Gentile.

Il 1° ottobre 1975 il reparto assume la denominazione di 1° battaglione carabinieri paracadutisti “Tuscania”, l’anno dopo, l’8 aprile 1976, a Firenze venne consegnata all’unità la bandiera di guerra.
Il 2 febbraio 1978 vengono tratti dal reparto i carabinieri che costituiscono il Gruppo Intervento Speciale (G.I.S.).
Dagli inizi degli anni 80 il battaglione carabinieri paracadutisti operò nel sud Italia, per il contrasto delle organizzazioni criminali dedite ai sequestri di persona, effettuando numerosi rastrellamenti, perquisizioni e arresti in Calabria, Sardegna e Sicilia che portarono alla cattura di diversi latitanti.
Nel settembre 1982 i carabinieri paracadutisti presero parte alla missione ITALCON in Libano.

Da questo momento i carabinieri paracadutisti attraverso una serie di impegni esteri iniziarono a rappresentare un vero e proprio strumento del Governo italiano nei rapporti e nelle vicende di politica internazionale.

Il 1° giugno 1996 il reparto venne elevato a Reggimento.

Oggi il 1° Reggimento “Tuscania” continua ad essere schierato in ben cinque paesi esteri: Libia, Iraq, Libano, Somalia, Djibouti, con un totale di circa 80 uomini.

La bandiera del Reparto è insignita di:
– Medaglia d’argento al Valor dell’Esercito per la partecipazione alle operazioni di soccorso alla popolazione somala tra il 22 dicembre 1992 – settembre 1993,
– Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia in ragione delle attività svolte dal reparto nel corso delle missioni effettuate in Bosnia-Erzegovina, Albania, Kosovo, Timor Est, Macedonia, Afghanistan al 1996 al 2004,
– Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, in ragione delle attività svolte dai carabinieri paracadutisti nel corso delle missioni “Antica Babilonia” effettuate in Iraq dal 2003 al 2005,
– Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, in ragione delle attività svolte dai carabinieri paracadutisti per la sicurezza alle Sedi Diplomatiche ad alto rischio dal 1982 al 2020.

Dipendenza gerarchica e organizzazione del 1° Reggimento “Tuscania”

Il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” è inquadrato nell’organizzazione mobile dell’Arma dei Carabinieri, che vede il suo vertice nel Comando Unità Mobili e Specializzate dell’Arma dei Carabinieri, conseguentemente il Reparto è posto alle dirette dipendenze della 2^ Brigata Mobile Carabinieri – unitamente al Gruppo Intervento Speciale, al 7° Reggimento Trentino-Alto Adige e al 13° Reggimento Friuli-Venezia Giulia – a sua volta inserita nella Divisione Unità Mobili.
Il Reggimento di articola su uno staff di Comando, 2 Reparti – uno Addestrativo e uno di Supporto – e una componente operativa su 3 Compagnie alle dipendenze del Comando Battaglione.

Compiti del Reggimento

Il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti Tuscania opera quale unità paracadutista convenzionale, quale Forza per Operazioni Speciali (FOS) nel contesto delle Operazioni Speciali nonché in supporto degli assetti di Polizia Militare e Polizia di Stabilità schierati nei teatri operativi. In tale quadro il 1° Reggimento concepisce, organizza e conduce gli atti tattici convenzionali del proprio livello per il concorso alla difesa integrata del territorio e degli spazi euro-atlantici anche integrandosi nelle unità di aviotruppe o con capacità aviolancistiche delle altre Forze Armate; fornisce supporto tattico alle Forze Speciali (FS) e supporto all’esecuzione delle operazioni di Assistenza Militare (MA), Azione Diretta (DA), Ricognizione Speciale (SR) condotte da queste ultime, con compiti riconducibili prioritariamente, ma non esclusivamente, alle sue peculiari caratteristiche (contro-terrorismo e contro-insurrezione); fornisce supporto al dispositivo interforze attivato dalla difesa per l’evacuazione di installazioni sensibili o sedi diplomatiche nazionali all’estero o per riprenderne il controllo. Inoltre svolge la funzione di Polizia Militare in supporto delle aviotruppe e delle Unità con capacità aviolancistiche delle altre Forze Armate o in contesti ad alto rischio; supporta, nell’esecuzione di azioni ad alto rischio, gli assetti di Polizia di Stabilità schierati nelle aree di crisi; concorre a fornire assistenza, nelle specifiche aree di capacità possedute, alle Forze di Sicurezza estere al fine della loro ricostruzione, riorganizzazione e miglioramento capacitivo e, in ultimo, concorre ai servizi di protezione alle Autorità nazionali o delle Organizzazioni Internazionali nelle aree di intervento ad alto rischio.

Con l’approvazione – avvenuta al termine di un attento processo di validazione – del Mission Statement da parte del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe CAVO DRAGONE, è stato autorizzato l’ingresso del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti Tuscania nel Comparto delle Operazioni Speciali della Difesa italiana, quale Forza Speciale di “Livello 2” (TIER 2). Tale provvedimento, che presuppone la capacità del Reparto di condurre l’intero spettro delle Operazioni Speciali della NATO, comporterà necessariamente la rivisitazione dei compiti e degli ambiti di impiego del Reggimento.

La sicurezza delle Sedi Diplomatiche nazionali all’estero

Il Reggimento, su richiesta del MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) e per il tramite della 2^ Brigata Mobile – Reparto paracadutisti per la Sicurezza delle Rappresentanze Diplomatiche a rischio, è chiamato a garantire la sicurezza delle Sedi Diplomatiche nazionali all’estero, in quei teatri caratterizzati da instabilità socio-politica dove è presente una forte minaccia terroristica e la situazione dell’ordine e sicurezza pubblica risulta precaria, tanto da sussistere situazioni di rischio attuale e/o potenziale che possano compromettere l’incolumità del personale Diplomatico e/o altro personale impiegato a vario titolo presso le Rappresentanze Diplomatiche.
Questo delicato compito viene assolto da personale del 1° Reggimento, ivi impiegato attraverso l’espletamento, in maniera autonoma, del servizio di “protezione e scorta” e/o di “vigilanza e sicurezza”.
In particolare, il servizio di protezione e scorta si traduce in attività specifiche ( ricognizioni, pianificazione ed esecuzione di servizi scorta con eventuale utilizzo di assetti di supporto ) volte a salvaguardare l’incolumità di:
– Capo Missione, o di altro personale diplomatico da lui designato in relazione al livello di minaccia e degli obiettivi istituzionali da perseguire;
– connazionali, in caso di gravi e immediati pericoli.

Il servizio di vigilanza e sicurezza, anch’esso importante, si concretizza in attività atte a garantire l’inviolabilità delle Rappresentanza Diplomatica o della residenza del Capo Missione ( vigilanza ) e operazioni atte a prevenire limitare o reprimere atti ostili contro la Rappresentanza Diplomatica o la residenza del Capo Missione ( sicurezza ).

Selezione e formazione del personale. Come si raggiunge la qualifica di “Esploratore” del “Tuscania”

Gli aspiranti al 1° Reggimento “Tuscania”, di tutti i gradi, vengono selezionati nei vari Istituti di formazione dell’Arma, dove, prima del termine del corso finalizzato all’immissione nei ruoli operativi dell’Arma, vengono sottoposti, a cura degli istruttori del Reparto Addestrativo del Tuscania, ad una selezione psicofisica, finalizzata ad accertare la loro attitudine al particolare impiego. Solo un limitato numero degli idonei alla già menzionata selezione viene destinato, a cura dell’Ufficio Personale del Comando Generale dell’Arma e in base alle esigenze organiche del momento, a frequentare, dopo aver svolto un anno di servizio nell’Organizzazione Territoriale, il corso formativo al Tuscania, della durata di circa nove mesi. L’iter addestrativo per il personale da immettere nel 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”, che conferisce le Qualifiche di Paracadutista e di Operatore A.P.I./S.O.S e le Specializzazioni di “Esploratore” e di Paracadutista Militare è articolato in “pacchetti” addestrativi a carattere monotematico, finalizzati a far acquisire le capacità e le conoscenze necessarie per le esigenze di versatilità operativa del Reparto.
La già menzionata metodologia addestrativa è ispirata ai seguenti criteri:
• garantire una formazione di base comune ed omogenea;
• assicurare la possibilità di selezionare il personale, specializzando esclusivamente quello che dimostri spiccata motivazione, flessibilità e specifica attitudine all’assolvimento dei compiti previsti per l’unità;
• tutelare la più ampia “polifunzionalità” operativa di base, perseguendo il raggiungimento delle capacità previste con progressività;
• approfondire le tematiche addestrative svolte in aula con intense e continuative attività pratiche, condotte quanto più possibile in maniera realistica.
Di seguito si elencano i pacchetti monotematici, suddivisi nelle due fasi:

1^fase:
• A.I.C. (Addestramento individuale al combattimento) e procedure tecnico-tattiche
• L.C.B. (Lavori sul campo di battaglia) e attività tattiche difensive
• Tiro basico
• Tiro con armi di reparto
• Procedimenti d’impiego della Squadra e del Plotone di Fanteria – Dottrina delle Aviotruppe
• Impiego operativo di corde
• Combat Life Saver
• Corso di Addestramento all’Aviolancio
• Modulo basico di trasmissioni

2^fase:
• Modulo avanzato di Trasmissioni
• Topografia e navigazione terrestre
• Operatore Eliportato
• Pattuglie tattiche in ambiente boschivo e montano (FIWAF: Fighting In Wood And Forest) e di Supporto alle Operazioni Speciali, con infiltrazione aerea, terrestre e anfibia
• Sopravvivenza e resistenza agli interrogatori (S.E.R.E. Level C)
• Operatore Difesa CBRN
• Equipaggiamento/materiali speciali in dotazione al 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “TUSCANIA”
• Combattimento in centri abitati: FIBUA (Fighting In Building Area) / CQB (Close Quarter Battle) / SFAUC (Special Forces Advance Urban Combat)

  • Servizi di protezione e scorta in ambienti non permissivi
    • Tecniche di Polizia Militare, TSE (Tactical Site Exploitation) e C-IED (Countering-Improvised-Explosive-Devices)
    • Impiego in Unità/Comandi Multinazionali: SPU (Stability Policing Unit) e MA (Military Assistance
    • Lineamenti di Intelligence e attività HUMINT
    • Addestramento avanzato di tiro con armi individuali e di reparto

  • Sistema Tattico di Combattimento

Superate le prove finali del corso, il carabiniere paracadutista consegue l’agognata specializzazione di esploratore e transita nel Battaglione, nell’ambito del quale svolge attività operative, di addestramento di mantenimento e di ulteriore specializzazione.
Considerando i corsi degli ultimi 19 anni, solo il 38% degli aspiranti esploratori che hanno iniziato il corso lo ha terminato con successo.

L’iter addestrativo non si è mai modificato negli anni in termini di severità, selettività e di aspettative di risultati. Il livello qualitativo richiesto è sempre massimo.
Il personale che termina il corso deve garantire, a prescindere dal grado e dall’età, di possedere le capacità di assolvere i propri compiti appieno e in sicurezza, per sé stesso, per i colleghi e per le persone a cui è dedicato il servizio. Ovviamente l’addestramento si è modificato negli obiettivi addestrativi, nell’attualizzazione delle materie e nella didattica così da garantire di poter preparare l’allievo ad affrontare al meglio le nuove sfide globali e i nuovi compiti assegnati e da essere sempre al passo con le evoluzioni tecnologiche.

Percorsi addestrativi erogati dal Reggimento a favore di personale di Enti ed istituzioni

Grazie alla pluriennale esperienza maturata nei Teatri operativi, l’Arma dei Carabinieri ha inoltre vinto per il periodo 2021-2024 il bando per l’organizzazione e lo svolgimento dei moduli HEAT (Hostile Environment Awareness Training), dedicati alla formazione del personale delle istituzioni internazionali, in primis EEAS (European External Action Service), destinato a ricoprire incarichi in aree di crisi o post-conflitto, con l’obiettivo di formare le competenze necessarie per affrontare i rischi associati a tali incarichi.
I corsi sono svolti con i partner del Consorzio ovvero la Scuola Superiore Sant’Anna (SSSA) e l’Osservatorio per la Sicurezza e la Difesa CBRNe (OSDIFE).
I corsi HEAT, finanziati da EEAS e della durata di cinque giorni, forniscono ai partecipanti una conoscenza basica su come anticipare e su come affrontare e reagire alle molteplici minacce alla sicurezza che si possono presentare in ambienti ostili (aree remote o urbane), così da minimizzare il rischio per la loro integrità personale e per quella dei colleghi.

1° reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania"

Le esercitazioni pratiche e gli scenari di vita reale sono infatti realizzati per testare la capacità dei partecipanti a reagire efficacemente a situazioni di forte stress così da promuovere lo sviluppo di quelle capacità necessarie ad evitare situazioni potenzialmente pericolose e a migliorare quelle di risposta efficace sia a livello individuale che di team.

I corsi HEAT sono modellati su un programma che copre il necessario background teorico e tecnico e si concentra soprattutto su esercitazioni pratiche che coprono tutti i moduli del corso, ovvero:
• Consapevolezza della sicurezza personale in ambienti ostili;
• Sistemi di comunicazione
• Navigazione e orientamento
• Competenze mediche e tutela della salute
• Norme di comportamento e sicurezza negli spostamenti con mezzi di trasporto e nell’affrontare Checkpoint/Roadblock

  • Consapevolezza e comportamento in presenza di armi, mine, ordigni inesplosi (UXO) e ordigni esplosivi improvvisati (IED)
    • Presa/sequestro di ostaggi
    I frequentatori del corso, al termine dello stesso, acquisiscono le seguenti abilità:
    • Security Risk Awareness: prevenzione e reazione ad aggressioni e reati violenti, situazioni di rapimento espresso/virtuale, sicurezza personale
    • Prevenzione e reazione ad aggressioni/molestie sessuali
    • Comportamenti di sicurezza in residenze/hotel/ristoranti o altri luoghi pubblici
    • Comportamento in caso di manifestazioni, proteste e rivolte: dinamiche di folla, strategie di uscita
    • Mobile Security: sicurezza dei trasporti (compreso il furto d’auto) e uso sicuro dei mezzi pubblici/taxi
    • Sicurezza delle informazioni e spionaggio: consapevolezza delle attività di intelligence umana svolte dai servizi di intelligence stranieri.
    Ogni edizione forma circa 25 operatori con un impiego di almeno 40 tra istruttori per ogni corso, tratti dal Battaglione e dal Reparto Addestrativo.
    Negli ultimi due anni il Reggimento ha svolto tali corsi anche in favore del personale diplomatico italiano del Ministero Affari Esteri e per il personale dell’ENI, ed ha offerto infine seminari HEAT della durata di un giorno in favore degli operatori dell’informazione di Mediaset, destinati nei territori a più alto rischio.

Formazione e addestramento di militari dell’Arma destinati a reparti speciali

Il Reparto Addestrativo del Tuscania è il Reparto deputato a selezionare e formare i nuovi militari destinati agli Squadroni Cacciatori dell’Arma di Calabria, Sardegna, Puglia e Sicilia. Tali corsi, della durata di due mesi l’uno, hanno cadenza annuale. Così come annuali sono i corsi di aggiornamento che vengono svolti dagli istruttori del citato Reparto a domicilio di ogni Squadrone e della durata di due settimane l’uno.

Il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” nel Comparto Operazioni Speciali della Difesa

Il 28 maggio 2024, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe CAVO DRAGONE, con l’approvazione del Mission Statement ha autorizzato l’ingresso del 1°Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” nel Comparto Operazioni Speciali della Difesa italiana, quale Forza Speciale di “Livello 2” (TIER 2).

1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti Tuscania TIER 2

Il provvedimento permette al Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali(COFS) di poter disporre di un ulteriore Reparto per fronteggiare le esigenze assegnate alla Difesa e, all’Arma, di qualificare ulteriormente la componente militare dell’Istituzione.

L’ingresso nel Comparto FS presuppone la capacità del Reparto di condurre l’intero spettro delle Operazioni Speciali della NATO.

Il “Tuscania” come bacino dal quale attinge il G.I.S.

Il Reggimento, sin dal 1978, quando ancora era denominato 1° Battaglione Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”, è il bacino di alimentazione del Reparto d’élite dell’Arma dei Carabinieri, il Gruppo Intervento Speciale.
Aldilà dell’alto grado di preparazione professionale richiesto, il fattore umano è sempre decisivo. Per questo gli standard degli aspiranti incursori è assai elevato. Gli aspiranti operatori devono aver completato almeno due anni di servizio e un’età massima di 32 anni. Questo consente al GIS di partire da un’ottima base per poter alimentare il Reparto. Nonostante ciò, molti possono fallire il processo di selezione, che parte ufficialmente già con gli esami fisici e psicologici.

La qualifica di Esploratore è solo l’inizio

La qualifica di Esploratore costituisce il requisito iniziale per l’accesso al Reggimento Tuscania: il più giovane dei carabinieri ha invero, tantissime opportunità di crescita professionale con il conseguimento di altre e più importanti qualifiche, nei vari settori di specialità: dalla montagna, con i corsi di specializzazione per rocciatori e sciatori, al settore paracadutistico, con i corsi di tecnica di caduta libera, al cosiddetto dominio marittimo, con i corsi per la manovra dei battelli pneumatici, all’ambito esplosivi, “medic” e di controllo del supporto aereo, per coordinare gli interventi dei velivoli militari in area di operazioni, ai corsi dedicati ai tecnici armaioli, istruttori di tiro o tiratori scelti, etc. Gli ambiti nei quali i militari possono individuare il proprio settore di specializzazione sono numerosissimi e danno luogo a un complesso di squadre operative in cui ogni elemento è parte di un sistema armonico di conoscenze ed esperienza, per rispondere con maggiore efficacia alle sfide di ogni missione. Non si tratta di qualifiche esclusive: alcuni militari, con il tempo, possono “cumulare” anche più specializzazioni, in settori anche diversificati. Alla fine dei conti, è proprio la versatilità d’impiego, selezionata e rinforzata durante il corso di accesso al Tuscania, a costituire uno dei più radicati punti di forza del Reparto.

Excursus sulle armi individuali e di reparto

Come tutti gli appartenenti all’Arma, ogni operatore del Tuscania ha in dotazione un’arma corta individuale, la pistola Beretta mod.92 (SB o FS). Inoltre, ogni appartenente al Reparto, ha in dotazione un’arma lunga, il fucile Bushmaster XM15E2S (M4 su piattaforma M16) dotato di dispositivi optronici di puntamento (puntatori RMR, olografici XPS3, ottiche Acog Trijicon, MeproMor e Laser). Con il prossimo ingresso del Reparto nel comparto delle F.S., ogni operatore sarà equipaggiato con il più moderno e performante fucile d’assalto HK 416, per le esigenze soprattutto in operazioni all’estero, e con la pistola Glock mod.17.
Per quanto riguarda invece le operazioni di polizia a supporto dell’Arma territoriale condotte sul territorio nazionale, il Reparto ha in dotazione armi lunghe in cal.9 (Beretta PMX, PM12 e T911, arma costruita su piattaforma M16 su progetto del Tuscania) e in cal.12 (Benelli M1, M3 e Fabarm)
Il Tuscania ha in dotazione un ampio spettro di armamento ed equipaggiamento speciale (capacità di visone notturna) per far fronte ai più svariati compiti che potrebbe essere chiamato ad assolvere. Infatti, sono a disposizione diversi tipi di armi lunghe e corte in diversi calibri (dal 5,56 al .50) come dotazione di reparto per utilizzo singolo, di squadra o di plotone.
Giusto per citare alcuni modelli, le armi di squadra spaziano dalla classica ma sempre affidabile mitragliatrice MG, alla più moderna Minimi in cal.5,56 e 7,62 in versione Standard o Para MK3. Per andare sui calibri più “importanti”, utilizzabili in postazioni o sui mezzi (VTLM Lince), possiamo ricordare la mitragliatrice pesante Browning M2 in cal.12,7, il lanciagranate HK GMG in cal. 40 ed il mortaio Hinderberger mod. M6 Commando in cal.60.

Infine, l’importante e fondamentale componente dei tiratori scelti, può far affidamento su moderni fucili di precisione di altissima qualità come gli Accuracy AX308 in cal. .308 e .338 nonché gli HK 417 e G28 (versioni E & Patrol) di prossima acquisizione.

1° reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania" - Sniper

Questa componente ha altresì capacità di tiro notturno e visione termo-sensibile nonché possibilità di inviare messaggistica istantanea e foto dell’obiettivo mediante moderni dispositivi satellitari criptati.

Gli Esploratori del “Tuscania”; prima di tutto uomini

E’ indubbio che l’aspetto umano sia assolutamente centrale, costituendo una delle cifre distintive dell’Arma dei Carabinieri, da sempre fondata sul rapporto con il cittadino, ragione e fine del servizio istituzionale; tale elemento, messo a sistema con la formazione tecnico-militare che si riceve al Reggimento, evidenzia quanto nessuno dei compiti affidati potrebbe essere portato a termine efficacemente senza la motivazione, la disciplina, il senso di legalità e in generale l’umanità che devono contraddistinguere l’operatore del “Tuscania”. Come accennato in precedenza, già la durezza e la complessità del processo di selezione e formazione di base richiedono per il loro superamento qualità fisiche, caratteriali e professionali che permettano al singolo non solo di ben operare, ma anche di farlo ottimamente nel momento in cui si trova a lavorare in gruppo, risultando una delle caratteristiche determinanti nel processo di valutazione dell’aspirante esploratore. La capacità di team working, in definitiva, anche e soprattutto sotto sforzi prolungati e in condizioni di stress, risulta elemento imprescindibile per chi, è chiamato ad operare in contesti complessi e spesso lontani.

Vision sul Reggimento

Il Reggimento “Tuscania” è nato in un’epoca in cui le sfide attuali erano impensabili: scenari di conflittualità asimmetrica, terrorismo internazionale, salvaguardia del territorio nazionale da minacce cibernetiche, etc. Si sta cercando, a livello istituzionale, di individuare già delle road map di avanguardia, traendo spunto dalle strategie di sicurezza in atto in altri Paesi, soprattutto quelli comunitari e alleati.

1° reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania"

Il Tuscania, in questo grande progetto, rappresenta uno dei cosiddetti “reparti-pilota”: la cosiddetta “terza dimensione”, ad esempio, che riguarda l’impiego di paracadutisti o droni, per utilizzare lo spazio aereo e aumentare le opportunità delle attività ricognitive o gli “effetti-sorpresa”, oppure la vasta materia delle trasmissioni militari, sono tutti ambiti tipici della specialità militare. In quest’ottica, è sempre stretta la collaborazione con reparti ed enti leader nei vari settori, dalla mobilità terrestre, a quella anfibia, a quella aerea, alle trasmissioni, oltre che al paracadutismo.

Conclusioni – cosa significa essere un Esploratore del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”? 

(Risponde alla domanda il Comandante di Reggimento)

Significa prima di tutto responsabilità. La soddisfazione che naturalmente accompagna il Carabiniere che termini con successo il duro processo selettivo e si avvii così alle future sfide operative deve infatti essere accompagnata da grande disponibilità e dedizione verso il Reparto; infatti, i compiti tipici dello spettro dei task affidati al Reggimento possono e devono essere affidati a militari consapevoli anche delle rinunce e degli sforzi che essi comportano, soprattutto in considerazione dei prolungati periodi che possono doversi svolgere all’estero, lontano dai propri affetti ed in contesti spesso complessi e lontani. Essere un Esploratore significa anche costante voglia di accrescere il proprio bagaglio tecnico, culturale e professionale, soprattutto in considerazione delle sfide che tecnologia ed evoluzione delle aree di crisi e di conflitto ci pongono e possono verosimilmente porci in un prossimo futuro. Significa, in generale, essere un Carabiniere che ha scelto di servire la propria Istituzione in un’articolazione caratterizzata dai tratti che abbiamo provato a delineare finora, e che fa di questa Missione il proprio orgoglio. I Carabinieri paracadutisti che ho l’onore di comandare e rappresentare sono militari leali e seri, e nel rivolgermi anche a chi ambisse indossare il basco amaranto, non posso che consigliare tanta dedizione e voglia di mettersi in gioco; d’altronde, se il destino è contro di noi, peggio per lui!

Ringraziamenti

Desidero ringraziare il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri per aver autorizzato il progetto; il Comandante e tutto il personale del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti “Tuscania”, in particolar modo il Ten. Col. W. Calvi, per l’accoglienza, la disponibilità e il supporto durante la realizzazione del servizio e delle attività.